Solidarietà ai compagni leccesi che ieri hanno ricevuto 46 denunce per interruzione di pubblico servizio e riunione in luogo pubblico non autorizzata, consegnate agli attivisti che si opponevano al piano del taglio ulivi e oggi hanno subìto il legalissimo ma illegittimo sgombero del CSOA Terra Rossa . È evidente che questa reazione poliziesca è dovuta proprio alla lotta che si porta avanti negli ultimi tempi a Lecce, troppo scomoda per chi ci governa.
Solidarietà alle compagne e ai compagni della Basilicata Antifascista
Solidarietà alle compagne e ai compagni della Basilicata Antifascista
Solo nell’ultimo anno la terra di Bari è stata teatro di episodi di violenza e aggressioni riconducibili alle diverse anime dell’estrema destra, ai danni di studenti e compagni semplicemente perché Antifascisti. Tuattavia la Procura ha mostrato un accanimento preferenziale nei confronti di alcuni nostri compagni. La loro colpa, ancora una volta, quella di essere Antifascisti.
E’ per questo che rispondiamo, con ancora più forza, all’appello lanciato dai compagni lucani vittime di un tentativo di intimidazione da parte della questura di Potenza proprio a seguito di un partecipato e numeroso presidio nella giornata del 25 aprile [ https://www.facebook.com/notes/basilicata-antifascista/denunce-e-menzogne-contro-chi-%C3%A8-partigiano/546754972172038 ]. Un 25 aprile, spesso boicottato dalle istituzioni o nel migliore dei casi ridotto ad una sterile ricorrenza, mista a passerella elettorale per politici locali. Gli stessi che, negli anni, hanno ridotto ad una carcassa i nostri territori e represso chiunque abbia osato alzare la testa e mettere in discussione un modello di sviluppo basato sulle devastazioni ambientali e sul consumo di territorio.
Se da un lato ci accorgiamo della “disattenzione” della classe politica rispetto all’incalzare dell’estrema destra (vedi l’immobilismo nei confronti dell’annuncio di una manifestazione di Lotta Studentesca, ala studentesca di Forza Nuova, a Matera il prossimo 1° Maggio) dall’altro ci imbattiamo in una mal celata complicità tra i camerati ed i cosiddetti garanti dell’ordine pubblico. Complicità che si rinnova ogni volta che la repressione si abbatte sugli antifascisti e si disinteressa di raduni di piazza e aggressioni della peggiore destra xenofoba.
Nell’esprimere la nostra più totale solidarietà ai Compagni lucani, invitiamo tutte le realtà a noi vicine a far girare il loro appello: https://www.facebook.com/notes/basilicata-antifascista/abbiamo-bisogno-di-essere-partigiani-di-prendere-posizione/546914852156050
Nonsolo Marange – Cassa di Resistenza e Supporto Legale
Verità e giustizia per Stefano Cucchi – No al perito massone
Stefano Cucchi fu dichiarato morto all’ospedale Pertini di Roma il 22 ottobre del 2009 come evidente conseguenza delle percosse e delle torture che subì durante la sua breve detenzione. Il primo processo Cucchi si è concluso nel 2014 con una sentenza di cassazione che ha dichiarato il parziale annullamento della sentenza di appello, che assolveva i medici imputati, e ha ordinato un nuovo processo per 5 dei 6 medici coinvolti.
Nel 2015, su espressa richiesta dei familiari, è stata aperta dalla Procura della Repubblica di Roma, una seconda inchiesta che vede “già iscritti o di imminente iscrizione nel registro degli indagati 2 militari dell’arma dei carabinieri per falsa testimonianza e altri 3 carabinieri per lesioni”.
Il giorno 24 Marzo, a Bari, presso il Policlinico avrà inizio l’incidente probatorio di questa seconda inchiesta, per “accertare la natura, l’entità e l’effettiva portata delle lesioni patite da Stefano Cucchi”
Lo Stato ha indicato due nomi per le perizie mediche sul corpo di Stefano per questi due processi:
La prima affidata a Cristina Cattaneo. Nel 2013 il risultato della perizia a lei affidata, indico la morte di Stefano come conseguenza della “sindrome da inanizione”, ossia una mancanza (o grande carenza) di alimenti e liquidi; La sua perizia non ha resistito ai successivi gradi di giudizio ed è stata confutata di recente, di fronte al pm della seconda inchiesta Giovanni Musarò, dalla testimonianza del perito radiologo Carlo Masciocchi, “perché non avrebbe individuato la frattura di una porzione della vertebra interessata dal pestaggio inflitto a Cucchi dopo l’arresto come possibile causa di morte”.
La seconda perizia, nel dicembre del 2015 viene affidata a Francesco Introna in qualità di capo del collegio dei periti che dovranno appunto, “accertare”.
Il problema è che Francesco Introna, medico legale dell’Università di Bari è un uomo di destra, nato politicamente in Alleanza Nazionale, sotto l’ala protettrice di Pinuccio Tatarella e oggi collocato con i “Fratelli d’Italia” di Ignazio La Russa, che più volte si è lasciato andare a pesanti dichiarazioni sulla morte di Stefano, escludendo a gran voce le responsabilità del corpo dell’arma dei carabinieri in questa vicenda.
Francesco Introna è stato iscritto alla Massoneria per sua stessa ammissione e soprattutto è legato da sintonia professionale con Cristina Cattaneo, anch’essa medico legale e autrice della prima perizia sul corpo di Stefano.
Nel dicembre del 2015 la famiglia Cucchi ha presentato un esposto contro la nomina di Francesco Introna che è stato respinto alla fine dello scorso gennaio. In una recente intervista, in vista dell’incidente probatorio di Bari, Ilaria Cucchi ha dichiarato la sua forte preoccupazione per il rischio che neanche in questa inchiesta giudiziaria si possa ottenere giustizia per Stefano vista l’importanza che assumono le perizie durante il percorso processuale.
Stefano non è morto per malnutrizione, Stefano è morto per tortura di stato. Chiediamo una perizia che stabilisca
VERITA’ E GIUSTIZIA PER STEFANO CUCCHI
NO AL PERITO FASCISTA E MASSONE
Giovedì 24 Marzo, dalle ore 10:00 Presidio presso l’ingresso principale del Policlinico di Bari
Martedì 22 Marzo, ore 21:00
presso il Gramignarci di Bari e in contemporanea all’Exit di Barletta una iniziativa di controinformazione e denuncia
— VERITA’ E GIUSTIZIA PER STEFANO CUCCHI –
Altro “Avviso Orale” recapitato ad un compagno barese
Ancora un avviso orale per un nostro compagno di lotta emesso dal questore di Bari con il solo fine di ridurlo al silenzio. Denunce risibili di “violazione penale delle leggi in materia di riunioni in luogo pubblico” e per “invasione di terreni” sono bastate al questore per ritenere il nostro compagno “pericoloso per l’ordine pubblico” e per minacciare ulteriori misure di prevenzione ai sensi del art. 6 D.Lvo 159/2011.
Misure come la sorveglianza speciale, applicabile a questo genere di casi, hanno un sapore chiaramente fascista, poiché il D.Lvo 159/2011 fa parte delle norme antimafia e che invece da anni le questure e le procure applicano anche a chi partecipa alle lotte sociali.
L’utilizzo di misure repressive e cautelari sproporzionate, ridicole è diventato ormai comune e parte di una precisa strategia, che “incrimina” basandosi su reati che reati non sono: perché essere sanzionati per essersi riuniti in luogo pubblico è solo una minaccia poliziesca e uno sfregio, che ha il solo scopo di rendere difficile la vita quotidiana e l’attività politica di chi non intende tirarsi indietro.
Quello che non ha compreso il questore di Bari è che le decine di denunce e misure cautelari che i compagni stanno subendo a fronte delle lotte in difesa degli spazi sociali, contro la devastazione ambientale di imprese e multinazionali, contro la precarizzazione della vita e delle relazioni sociali, contro le galere e i CIE, contro i razzisti e i fascisti che infestano i nostri quartieri, non fermeranno nè la nostra voce, nè le nostre lotte.
Nessuno rimarrà indietro
La solidarietà è un’arma, la solidarietà è una prassi
Ennesimo suicidio nel carcere di Bari
Oggi un detenuto cinquantenne barese si è tolto la vita nel carcere di Bari impiccandosi con una corda alla finestra del bagno. Non conosciamo ancora la sua storia, ma quello che sappiamo con certezza è che oggi lo stato ha suicidato un uomo all’interno delle sue galere.
Ennesima aggressione fascista in terra di Bari
Ieri sera a Corato si è verificata un’ennesima aggressione fascista ai danni di un compagno. Episodi di questo tipo sono sempre in cronaca, vedi l’ultima grave aggressione squadrista compiuta da militanti di Casapound e Blocco Studentesco lo scorso 29 Gennaio, i quali hanno aggredito in pieno giorno alcuni studenti del liceo E. Vittorini di Napoli con martelli e mazze.
Fascisti che vengono “tollerati” grazie alla copertura di polizia e da chi ricopre cariche istituzionali, come testimonia la recente informativa del Ministero degli Interni, in cui vengono addirittura elogiati in quanto inneggiano al fascismo, certo, ma “nel rispetto della normativa vigente e senza dar luogo a illegalità e turbative dell’ordine pubblico”.
Esatto, perché chi meno dei fascisti vuole cambiare l’ordine delle cose; ce lo dimostrano ogni giorno quando sostengono che i problemi di questo paese sono i migranti, i diversi, gli emarginati, ma mai il padronato e il capitalismo di cui sono solamente vili servi.
Noi continueremo a stare nelle strade, dove siamo sempre stati, dicendo con forza che le sedi fasciste vanno chiuse, i partiti e movimenti fascisti sciolti, come dovrebbe essere in Italia se le leggi fossero uguali per tutti e la costituzione avesse ancora valore.
Ricordiamo a tutt* i compagn* che attualmente è in corso un processo contro gli antifascisti baresi, che ha ancora bisogno del nostro sostegno e della nostra solidarietà.
Se toccano uno, toccano tutti
Week-end pugliese contro le nanotecnologie e in solidarietà a Silvia, Billy e Costa.
Le nano e bio tecnologie rappresentano i nuovi mattoni del dominio tecno-scientifico con cui si sta costruendo il nuovo fronte del fascismo invisibile. Semi e colture modificate geneticamente, impianti neurologici, batteri ingegnerizzati, insetti modificati geneticamente rappresentano la distruzione della biodiversità e degli antichi saperi.
L’uso delle tecnologie RFDI e di geolocalizzazione, lo sfruttamento dei Big Data raccolti dalle multinazionali che operano nel web, stanno compromettendo il nostro modo di vivere e il modo in cui percepiamo noi stessi e la realtà.
L’iper-tecnologizzazione del quotidiano è una forma di potere che si appresta a far a meno della Natura per dominare ogni ambito della produzione sia materiale che immateriale sfruttando dati e conoscenze con l’unico scopo di trarne profitti economici.
Nella nostra terra caso emblematico è quella che i salentini hanno chiamato “frode Xylella”, un complesso batterico che ha causato il disseccamento di migliaia di ulivi. Al problema il governo italiano ha risposto con un piano distruttivo, sostenuto dalla “scienza ufficiale”, che prevedeva l’abbattimento indiscriminato di piante per centinaia di chilometri. Una vera e propria truffa scientifica scoperta da chi, armato di cultura contadina ha denunciato l’indebolimento dei terreni e delle piante causate dall’uso indiscriminato di pesticidi e sostanze diserbanti, con il solo scopo di sostituire le vecchie culture con prodotti non autoctoni o addirittura OGM in quanto “resistenti al batterio” ( more info: http://ilpopolodegliulivi.altervista.org/xylella-colonialismo-e-bugie/ ).
Per discutere e confrontarci sul nuovo totalitarismo creato dalle tecnoscienze abbiamo deciso di invitare in Puglia Silvia, Billy e Costa, attivisti del collettivo “Resistenze al nanomondo”, duramente colpiti dalla repressione proprio per la loro attività politica contro le multinazionali delle bio e nano tecnologie.
La repressione non può nulla se la lotta di coloro che si oppongono al capitalismo è sostenuta da tutte e tutti, perché la solidarietà è una pratica che, oltre a non voler lasciare isolato chi è colpito dalla repressione, non vuole che questa rappresenti un freno o un indebolimento per la lotta. La solidarietà per Silvia, Billy e Costa vuole dare nuova linfa di rabbia ed opposizione contro le nanotecnologie e qualsiasi forma di manipolazione e controllo degli esseri viventi.
Se in un certo immaginario cyberpunk al pervasivo tecno controllo delle corporation e delle forze di polizia, i ribelli hacker direttamente interconnessi alle reti di dati, rispondevano potenziati da innesti tecnologici in grado di aumentare le prestazioni biologiche dei loro corpi, nella realtà che viviamo, ci opponiamo al pervasivo tecno controllo della società capitalista fatta di telecamere, tecnologie Rfid, trojan di stato, nano e bio tecnologie, scienze dei big data con le nostre nude mani.
Domenica 7 Febbraio * Resistere al nanomondo
Un incontro solidale per sostenere le lotte contro le nano/bio tecnologie
18.30 Proiezione del documentario “Un mondo senza umani?” di P.Borrell, (Francia. 2012)
20.00 Incontro dibattito con il collettivo “Resistenze al nanomondo” e con i compagni Silvia, Billy e Costa, attivisti contro le nanotecnologie, processati e detenuti in Svizzera per un tentato attacco ad un centro di ricerca sulle nanotecnologie di proprietà di IBM e Università di Zurigo, ora nuovamente sotto processo dal tribunale di Torino.
www.resistenzealnanomondo.org
21.00 Cena sociale benefit senza sfruttamento per sostenere le spese processuali di Silvia, Billy e Costa a cura di Cucina Sovversiva
www.magozine.it/cucina-sovversiva-manifesto-e-progetto
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UN MONDO SENZA UMANI?
80 minuti
Produzione francese del 2012 oggi tradotto in italiano.
Un ampio spaccato su dove sta portando la convergenza delle scienze in una società dalle macchine onnipresenti: interviste a filosofi, a critici e soprattutto ai maggiori fautori e sostenitori di queste tecno scienze. Non si parla di un ipotetico futuro da “migliorare” e manipolare ma di un presente dove questo è già una realtà.
Con la convergenza di nanotecnologie, biotecnologie, informatica, neuroscienze, avviene un salto epocale: ambiti prima separati ora si fondono e si intersecano. La convergenza capitanata dalle nanotecnologie modifica le relazioni, trasforma e plasma la percezione del mondo circostante, del nostro corpo. Interiorizziamo la logica che sottende queste tecnologie e l’idea di mondo che si sta costruendo. Il potere non è mai stato così pervasivo e totalizzante, entrando a un livello ancora più profondo. Un mondo atomizzato, dove il vivente è considerato mera materia da scomporre, modificare e plasmare per le molteplici necessità di questo sistema.
Queste tecnologie sono un pilastro della Green Economy, multinazionali tossiche che si tingono di verde smerciando in chiave sostenibile nocività ben più tossiche, irreversibili, ricombinabili e ancora più incontrollabili degli sviluppi precedenti. La loro nocività va oltre ai danni alla salute animale-umana e all’ambiente naturale, è una nocività sistemica con una portata travolgente.
Un’artificializzazione continua della vita, con continue manipolazioni per arrivare alla riprogettazione stessa del vivente con la biologia sintetica, che prende posto accanto a un’ingegnerizzazione sociale.
La rivoluzione nano apre il tempo dei nano-sensori e del “pianeta intelligente” di IBM: una rete informatica dove ogni cosa di questo mondo è un componente: umani, altri animali, ambienti naturali, oggetti, infrastrutture, tutti interconnessi tra loro comunicando in una grande rete globale.
…Il codice appare nel display, un bip e una luce rossa lampeggia, l’animale nell’allevamento è entrato nel sistema, l’etichetta a radiofrequenza inserita nel suo corpo comunica, ora l’animale esiste. Il soggetto oltre che essere ridotto a mero oggetto e pezzo di carne ora diventa macchina comunicante in un universo presto pieno di macchine comunicanti…
In questo documentario alcuni dei massimi fautori di queste tecno-scienze e del transumanesimo esprimono le loro intenzioni: basterebbe sentire le loro parole per renderci conto del mondo che si sta costruendo, ma soprattutto che non si tratta di un qualcosa in là da venire, né un futuro lontano o di scenari futuristici di qualche folle tecnocrate…
Per capire l’attuale società, i rapporti di dominio e per opporci a questo presente e al domani che può sembrare ineluttabile, si rende necessario comprendere la portata di queste tecnologie che non rappresentano un semplice sviluppo tecnologico o un qualche modello di produzione sbagliato, ma il nuovo tecno totalitarismo. Sviluppiamo una critica radicale, costruiamo momenti di opposizione e diamo concretezza ai contorni spesso sfumati che avvolgono queste tecno-scienze: le ricerche in questi campi non avvengono solo dentro laboratori segreti, basta andare nelle università, nei centri di ricerca pubblici o di qualche multinazionale come l’IBM.
Dalla pianta modificata geneticamente agli impianti neurologici, dal batterio ingegnerizzato per pulire i mari dal petrolio alle RFID diffuse, dalla distruzione della biodiversità alla distruzione di antichi saperi e all’atrofizzazione del pensiero e delle relazioni, c’è dietro un unico mondo e un filo che le lega e che possiamo spezzare.
una iniziativa promossa da Nonsolo Marange – Cassa di Resistenza e Supporto Legale
https://www.facebook.com/nonsolomarange
con il sostegno di GramignArci – Via Adige 34, Bari
https://www.facebook.com/GramignArci
Presentazione di Essere Skinhead + proiezione This is England
Sabato 19 Dicembre, presso il Cineteatro Mimì Milano
dalle ore 19:00, proiettiamo THIS IS ENGLAND, di Shane Meadows
dalle ore 20:00 presentiamo in compagni dell’autore
ESSERE SKINHEAD – Birra, Boots e Oi! [Hellnation Libri]
Birra, boots e Oi!
Testa rasata, jeans stretti, polo Fred Perry e, ai piedi, immancabili, un paio di solidi anfibi… è il look inconfondibile di uno skinhead cioè, al di là di qualunque pregiudizio e a dispetto della disinformazione, di un militante antifascista, fedele ai valori della strada, alla sua crew (Dusty Boots Brigade) e, prima di tutto, alle radici proletarie e antirazziste della musica Oi!
Ambientata nel cuore antagonista del meridione italiano, Essere skinhead è un’avventura fatta di musica, birra e noie molto serie con la polizia. Un libro scritto durante la detenzione domiciliare da uno dei protagonisti di una sottocultura che, in ogni caso, preferisce la concretezza delle azioni a una vita fatta solo di parole. Ma anche un manifesto generazionale. E un invito a non abbassare mai la testa, perché neppure la repressione può nulla contro l’arma della solidarietà e al cospetto di uno stile poco avvezzo ad accettare i compromessi.
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La vendità del librò ESSERE SKIINEHEAD, sostiene le attività di Nonsolo Marange – Cassa di Resistenza e Supporto Legale
La solidarietà è un’arma, la solidarietà è una prassi
Presentazione di Parole Inarrestabili, Da Genova alla Val Susa, lettere dal carcere dei militanti italiani
Venerdì 04 Dicembre, dalle ore 20:00
presso la Libreria Sociale Pavlos Fyssas
presentiamo
PAROLE INARRESTABILI
Da Genova alla Val Susa, lettere dal carcere dei militanti italiani
in compagni dell’autore Matthias Moretti
edizioni: Red Star Press
http://www.redstarpress.it/index.php/catalogo/product/view/3/38
una iniziativa a cura di:
Nonsolo Marange – Cassa di Resistenza e Supporto Legale
https://www.facebook.com/nonsolomarange
Repressione e carcere sono da sempre elementi intrinsechi a ogni percorso di lotta che si schiera nel campo avverso a quello del potere costituito. Se i codici di legge sono uno strumento di ratifica e rafforzamento dei rapporti di forza presenti nella società, è naturale che non vi sia processo di cambiamento radicale, o addirittura rivoluzionario, senza che coloro che vi partecipano infrangano quei codici e finiscano privati della propria libertà proprio in base alle leggi che regolano il mondo che si vuole cambiare. E così il carcere stesso è da sempre un terreno di lotta, sia sul piano della vita interna che su quello della dialettica con chi continua a lottare «fuori».
L’importanza e il valore delle lettere dal carcere affondano perciò le proprie radici nell’eterna vicenda della lotta per la liberazione, individuale e collettiva. Negli ultimi anni sono tornati a crescere i numeri di chi ha conosciuto il carcere a causa della propria militanza politica o per un semplice moto di ribellione: dal G8 di Genova, passando per la Val di Susa, le occupazioni delle case o le «adunate» del 15 ottobre 2011 e del 14 novembre 2012, questo libro raccoglie le testimonianze più significative nate nel corso di quelle lotte e scritte da compagne e compagni che hanno pagato con la privazione della libertà il prezzo delle proprie idee.
Difendersi dalla Repressione – Un incontro confronto con i compagn* della Rete Evasioni
Sabato 28 Novembre, dalle ore 15:30
Difendersi dalla Repressione
Un incontro confronto con i compagn* della Rete Evasioni
per discutere di repressione, pratiche di solidarietà attiva e sostegno per tutti coloro che sono vittima della repressione.
Un incontro a cui invitiamo tutti gli spazi sociali e le realtà territoriali a noi vicine anche in previsione della MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA – Benny vive nelle nostre lotte prevista per le ore 18:30
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Negli ultimi anni i Governi che si sono succeduti al livello nazionale hanno imposto ai nostri territori scelte scellerate basate esclusivamente su necessità e profitti delle imprese private a discapito del diritto delle popolazioni di vivere in un ambiente non inquinato e di poter decidere il proprio destino.
Una storia fatta di politici al soldo delle imprese, lobbies, commissari per la gestione delle emergenze, prefetti e leggi speciali e che ha trovato il suo compimento con lo Sblocca Italia, un testo di legge che attraverso parole quali “interesse strategico” e “pubblica utilità urgente e indifferibile” militarizza i territori ed espropria le popolazioni della possibilità di reagire rifiutandosi di ospitare nuove “grandi opere”. Se le centrali Enel a Brindisi, il polo siderurgico e petrolchimico a Taranto, le discariche, gli inceneritori, i cementifici hanno devastato i nostri territori e saccheggiato risorse naturali e spazi vitali per le popolazioni, la questione Xylella, la Tap e le trivellazioni hanno mostrato ancora una volta che il braccio militare dello stato pur di difendere gli interessi delle imprese reprime qualsiasi forma di dissenso e di opposizione.
Manifestare per la difesa del territorio, contro il precariato e la disoccupazione, contro le riforme e leggi quali la Buona Scuola e lo Sblocca Italia, a sostegno di spazi sociali e occupazioni abitative sono circondate perennemente da ingenti schieramenti di forze dell’ordine e spesso sono oggetto di cariche indiscriminate e di pestaggi brutali mentre centinaia e centinaia di compagni e militanti sono sottoposti ad arresti e misure cautelari oltre che fatti oggetto di accuse pesantissime quali “devastazione e saccheggio”, “resistenza aggravata e continuata” sino ai reati associativi per terrorismo quali il 270bis e 280. Questi reati spesso risalgono al codice Rocco di origine fascista e dovrebbero essere abrogati in sé in quanto vengono utilizzati per condanne “discrezionali” ovvero resi efficaci esclusivamente quando si tratta di processi di tipo politico.
Fare militanza oggi significa anche essere in grado di far fronte a questi dispositivi repressivi e alle loro conseguenze comprendendo che non si tratta di problemi riguardanti solo alcune specifiche pratiche di lotta, ma che ognuno di essi è parte di un sistema repressivo che va affrontato nella sua interezza e complessità.
Non si tratta solo di condividere informazioni utili, né solo di raccogliere il denaro necessario ad affrontare le innumerevoli azioni penali di cui veniamo fatti oggetto (sebbene questo sia una parte importante e utile del lavoro che ci aspetta), ma di coordinare quello che vorremmo diventasse un’azione collettiva anti-repressiva, che ci renda più forti ed efficaci in questo campo, soprattutto nelle situazioni d’emergenza.
Quello che ci prefiggiamo è la realizzazione e il sostegno di casse di resistenza e l’attivazione e la promozione della solidarietà attiva nei confronti dei compagni e di tutti coloro che sono vittime della repressione.
Con queste motivazioni, convochiamo per Sabato 28 Novembre, alle ore 15:30 un incontro a cui invitiamo tutti gli spazi sociali e le realtà territoriali a noi vicine con l’idea che questa possa essere una assemblea zero verso la convocazione di una assemblea di tutte le realtà meridionali.
NONSOLO MARANGE – Cassa di resistenza e supporto legale
Ex-Caserma Liberata, Bari