Io Sto Con i 21 – Comunicato sulla sentenza del processo Italcave – Taranto

Il 10 Febbraio 2017 è stato pubblicato il dispositivo di sentenza del processo che vedeva coinvolti 21 cittadini di Taranto per aver bloccato l’ingresso di numerosi camion nella discarica Italcave durante l’emergenza rifiuti in Campania. Poche decine di cittadini coscienziosi resero evidente ciò che stava avvenendo alle spalle della popolazione. Se così non fosse stato il tutto si sarebbe chiuso con un’ennesima prevaricazione di Stato. Grazie al presidio, i manifestanti riuscirono a comunicare ciò che stava avvenendo, non avendo la forza fisica e materiale
per interrompere quella putrido traffico. Secondo la sentenza “il fatto non sussiste”.

Ma di quale fatto si parla? Quello di aver sostenuto, fuori da quei cancelli, che si stava perpetuando un’altra violenza verso la città di Taranto a vantaggio di un’imprenditoria assassina avallata dal sistema dirigenziale del paese Italia. Quei rifiuti erano di Stato e, fin dall’inizio di questa lotta, fu detto ad alta voce. Intorno a quell’evento si creò una partecipazione attiva e riflessiva che, scavalcando ruoli prestabiliti, ha potuto realizzare, per esempio, indagini sul materiale che fuoriusciva dai camion. E allora ci chiediamo: chi dovrebbe tutelare la salute dei cittadini? Crediamo fortemente che ci sia da una parte, un disinteresse scientifico degli enti preposti nell’occuparsi del bene pubblico (i fatti lo dimostrano) e, dall’altra, un vero e proprio contro altare, una parte di cittadinanza vivacemente interessata ad autotutelarsi. Gli organi addetti al controllo non solo non hanno vigilato sugli eventi ma, non vedendo di buon occhio questa partecipazione attiva,
hanno criminalizzato le ragioni di un dissenso più che giustificato per la salvaguardia dell’intera comunità. Quelle ragioni e quel dissenso dovrebbero essere le motivazioni di riscatto di tutti e di tutte, perché la devastazione compiuta e in corso ad un territorio martoriato come quello tarantino rappresenta un’enorme violenza subita da tutti noi.

Ancora oggi la prassi non cambia: è del luglio 2016 la notizia che rendeva pubblico l’accordo tra Aro Foggia e Aro Taranto che, con il benestare della Regione Puglia, certifica il conferimento di rifiuti solidi urbani di altri nove comuni dauni negli impianti tarantini.
L’interpretazione collettiva dei bisogni comuni può trasformarsi in una reale visione di
cambiamento sol o se questa collettività impara a lottare in strada, inseguendo i propri sogni di riscatto, rompendo i ricatti quotidiani che l’annientano e abbattendo le logiche della delega che l’avviliscono. Non si può processare una giusta lotta! Questo è stato lo spirito che ha contraddistinto la difesa a questo attacco subito. Ci auspichiamo che questa esperienza diventi da esempio per un futuro diverso considerando che, ancora oggi, Taranto si fa carico di emergenze extraterritoriali, una prassi quest’ultima che deve
necessariamente avviare una riflessione circa la scellerata gestione generale del ciclo
dei rifiuti.

Un’unica ragione vale ed è quella della “non-compromissione” con questo sistema che pri
ma ci inquina e poi ci processa, e che, soprattutto, cerca di dissolvere questa visione libera attraverso la parassitaria ricerca di un “leader utile” per il nostro futuro che, in fondo, tanto utile per tutti non è. UNITI SI VINCE!”

Comitati di Quartiere Città Vecchia e Paolo VI Taranto

La solidarietà è un’arma, la solidarietà è una prassi

Il 02 febbraio 2017, durante la serata, un nutrito gruppo si è riversato nelle strade adiacenti il carcere di Bari. Per circa due ore, un presidio organizzato da “Non solo marange – collettivo di mutuo soccorso e cassa di resistenza”, ha portato la propria solidarietà militante a tutti i detenuti e tutte le detenute, e ribadito l’inumanità e l’inutilità di tutte le strutture carcerarie.

Motivo pregnante di questa iniziativa è stato l’arresto di due compagni a Torino: Donato e Stefano, rei, secondo lo stato, di essersi opposti ad uno sfratto ai danni di una famiglia, hanno subito il carcere ed ora sono ai domiciliari. A loro va la nostra irriducibile solidarietà come a tutti e tutte i\le rinchiusi\e.
Due ore di emozioni arricchite dall’intervento di alcuni parenti di un recluso che hanno voluto salutare il proprio caro e dalla risposta dei detenuti e delle detenute che, all’udir dei cori, dei discorsi e della musica, hanno ribattuto accendendo pezzi di carta, salutando, urlando e applaudendo il presidio dei\delle solidali.
L’iniziativa si è conclusa con un corteo spontaneo e chiassoso per le strade del quartiere Carrassi, prolungatosi fino all’Ex-caserma liberata, che ha ribadito a voce alta la totale avversità all’oppressione sociale.
NO AI C.I.E E ALLE GALERE!
SOLIDARIETÀ A TUTTI I DETENUTI E A TUTTE LE DETENUTE!
SOLIDARIETÀ A TUTTI I MIGRANTI E LE MIGRANTI RINCHIUSE!