Rompere l’isolamento: scriviamo alle compagne e ai compagni colpiti dalle recenti azioni repressive a Torino e Trento

In questi ultimi mesi ed in particolare da quando si è insidiato al Ministero degli Interni Matteo Salvini sembra di essere ritornati agli anni ’80 quando le case e le sedi dei compagni erano definite “covi”, gli amici e i compagni di lotta definiti “fiancheggiatori” e le relazioni politiche tra compagni si trasformavano in “organizzazioni”. Azioni di polizia in grande stile, militarizzazione dei territori, perquisizioni a tappeto,  durante le recenti inquisizioni a Torino e Trento, hanno portato tanti compagni e compagne nelle carceri italiane accusati di 270 bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo) e 280 bis (attentati con finalità terroristiche e di eversione).


Alcuni compagni hanno scritto: “Non abbiamo risposte semplici. Ma alcune buone domande.
Si può cambiare questo stato di cose senza lottare? Si può lottare senza rischiare? Le condizioni per cui valga la pena rischiare matureranno mai da sole? Intanto, che facciamo? Da più parti si strilla al fascismo per le politiche di Salvini. E poi? Si inorridisce per un botto alla sede della Lega? Avanti. Che ognuno ci metta del suo, perché qualcuno non debba metterci tutto.”

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Il ministro unico: repressione poliziesca e algoritmi del controllo sociale a Bari

Viviamo tempi difficili, di campagne elettorali permanenti e di partiti che, a furia di inseguirsi a destra, hanno finito col mostrare le brache, ingrossando le fila di quello che da tempo costituisce il partito maggioritario di questo paese ovvero quello dell’astensione.

Il questo enorme vuoto politico/esistenziale, nel mondo si fa spazio una maleodorante “ondata sovranista” che basa la propria strategia di propaganda sugli undici principi di un certo Joseph Goebbels e su risorse tecnologiche di cui ancora non è possibile comprendere del tutto la portata. Questa area politica, con particolare riferimento alla Lega, può contare non solo su un potente apparato mediatico mosso dall’algoritmo denominato La Bestia, creato dagli Spin doctor Luca Morisi e Andrea Paganella, ma anche su un intero apparato burocratico e militare che interviene in materia di sicurezza pubblica, coordinamento delle forze di polizia e rappresentanza generale di governo sul territorio: quello afferente al ministero degli Interni. Entrambi questi apparati e dispositivi di potere oggi rispondono ad un’unica persona: il segretario della Lega e Ministro degli Interni della Repubblica Italiana, Matteo Salvini.

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