Dal Daspo al “Daspo Urbano” – Dibattito, Martedì 30 Gennaio

Martedì 30 Gennaio 2018
Cineteatro “Mimì Milano”, Ex-Caserma Liberata

dalle ore 20:00, cena sociale e dibattito pubblico

DAL DASPO AL “DASPO URBANO”

Nell’ottobre 2001 in tutte le curve italiane venne esposto uno striscione con il seguente testo:

Leggi speciali: oggi per gli ultrà, domani in tutta la città.

a distanza di anni, quella affermazione ha trovato purtroppo concretezza nei diversi ‘pacchetti sicurezza’ approvati negli anni dai governi, sino al recente Decreto Minniti che ha esteso il Daspo dallo stadio alla strada trasformando le città italiane in luoghi di controllo e di espulsione dei poveri.

ne discutiamo con

Italo di Sabato – Osservatorio Repressione
Carmen Pisanello – autrice di “In nome del decoro” ed. Ombre Corte
Giuseppe Milazzo – Avvocato penalista

Un primo bilancio sull’applicazione delle misure sulla sicurezza urbana di Minniti che stanno trasformando le città italiane in luoghi di controllo ed espulsione per i poveri

Leggi il report pubblicato sul blog di Non solo marange —-> https://goo.gl/bJoJQz

Dall’esclusione alla negazione sociale: un anno di Daspo urbano.

Il 31 Dicembre alcuni importanti quotidiani italiani hanno riportato i dati diffusi dal Viminale su migranti e sicurezza [1] . Si tratta soprattutto di dati su accoglienza e espulsioni che è possibile trovare sul sito del viminale. Sul versante sicurezza sia Repubblica [2] che Il Sole 24 Ore [3] hanno riportato lo stesso laconico righino “i dati del ministero dell’Interno dicono che il Daspo urbano è stato adottato quest’anno in 465 casi, era già in vigore in 270, per un totale di 735” un dato che però non è stato possibile riscontrare sul sito del Viminale.

Un’informazione difficile da interpretare poiché il daspo urbano, tecnicamente, non esiste. “Daspo urbano” è un termine giornalistico utilizzato per spiegare le nuove misure introdotte dal Decreto legge del 20 febbraio 2017, ( D.L. 14/2017 ) meglio noto come Decreto Minniti. Le nuove “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città” hanno introdotto nell’ordinamento italiano nuovi provvedimenti amministrativi di polizia: l’ordine di allontanamento, di competenza delle Forze dell’ordine, e due diverse tipologie di divieto di accesso, emanate dal questore.


L’ordine di allontanamento, detto anche “mini-daspo” è un provvedimento amministrativo preventivo-cautelare e può essere imposto da tutti gli appartenenti alle Forze dell’ordine anche prive della qualifica di agente di pubblica sicurezza. L’allontanamento della durata di 48 ore può essere così impartito anche dagli appartenenti alle Polizie locali e deve limitarsi a vietare la circolazione o lo stazionamento in una zona ben delimitata.

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Solidarietà al compagno Bobo Aprile sotto processo per aver dato corpo e voce alla lotta

Ancora una volta la procura barese sceglie di investire il proprio tempo e le proprie risorse per dare seguito alle denunce della polizia di stato nei confronti di un compagno, un sindacalista e uomo sempre disponibile a dar voce agli ultimi. Denunce che hanno l’unico scopo di vessare ulteriormente chi ha ancora voglia di battersi per la causa collettiva, in questo caso quella palestinese, per la quale siamo stati ancora in presidio lo scorso 17 dicembre, per ribadire che Gerusalemme è capitale della Palestina. Per futili motivi, se non quelli appunto di infierire su uno dei compagni più attivi e determinati della Puglia, il prossimo 8 gennaio Bobo sarà ancora una volta a processo al tribunale di Bari. Siamo con lui e con tutti e tutte coloro che sono vittima di abusi di polizia, denunce, vessazioni a causa del proprio impegno politico e sociale.

Il sindacalista dei Cobas Bobo Aprile a processo per aver ostacolato il lavoro delle forze dell’ordine
Il sindacalista dei Cobas Bobo Aprile sarà processato a Bari l’8 Gennaio 2018 per una manifestazione a sostegno della Palestina, svoltasi il 22 luglio 2014 a Bari, davanti alla sede della Regione Puglia. L’accusa è quella di aver ostacolato il lavoro degli uomini della Polizia, in particolare di un operatore che riprendeva da lontano ed in atteggiamenti sospetti lo svolgimento del sit-in.

Erano i giorni dello sdegno internazionale provocato dai criminali bombardamenti di Israele su Gaza che provocarono migliaia di morti civili, bruciati letteralmente vivi da sostanze proibite nelle guerre. Molti cittadini pugliesi avevano risposto a questi tragici avvenimenti con una grande manifestazione regionale il 19 Luglio 2014 per le strade di Bari. Alla fine di questa giornata si fissò, appunto per il 22 dello stesso mese, il sit-in davanti alla sede della Regione Puglia per chiedere al Consiglio Regionale che si riuniva quel giorno l’approvazione di un ordine del giorno di condanna degli avvenimenti di Gaza. Una delegazione dei manifestanti entrò nel Consiglio Regionale per seguire da vicino i lavori e all’esterno su via Capruzzi si diede vita ad un caloroso sit-in. L’ordine del giorno proposto dai manifestanti venne cambiato in più punti e approvato dal Consiglio Regionale, Istituzione che aveva vissuto momenti migliori di solidarietà nei confronti dei palestinesi. Erano i tempi dell’ancora oggi compianto vicepresidente del Consiglio Regionale tra gli anni ‘80 e ‘90, Nicola Occhiofino.

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