KILL THE POOR – La guerra ai poveri in USA e in Italia: discriminazione e carcerazione di massa

Giovedi 25 Ottobre
Cineteatro Mimi Milano -> Ex-Caserma Liberata

Non solo Marange – Collettivo di mutuo soccorso e cassa di resistenza presenta:
KILL THE POOR – La guerra ai poveri in USA e in Italia: discriminazione e carcerazione di massa

Ore 20:00
Cena sociale a sostegno di NSM

Videochiamata con Sandra Berardi – Associazione Yairaiha Onlus – Cosenza

Ore 21:00
proiezione del film documentario di AVA DuVERNAY
13TH – Da schiavi a criminali con un solo emendamento
(USA 2016 – 1h 40min)

13th è un documentario di Ava DuVernay che mostra chiaramente il legame tra politiche carcerarie statunitensi e le forze del sistema economico capitalista che ne è alla base.
Il lavoro della regista afroamericana prende il titolo dal tredicesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America, l’emendamento che nel 1865 pose fine ad ogni forma di schiavitù e costrizione personale, sancendo però che questo principio non fosse applicabile a coloro che venivano stati giudicati colpevoli di un reato dopo regolare processo. L’immediata conseguenza di questa postilla all’emendamento fu un aumento di arresti e condanne di afroamericani costretti quindi ai lavori socialmente utili, una scelta che aprì la strada all’associazione afroamericano=criminale.

L’Associazione Yairaiha O.N.L.U.S., costituita a Cosenza nel 2006, nasce con fini esclusivamente di solidarietà sociale. In particolare si pone come obiettivi primari la tutela e la difesa dei diritti umani con particolare attenzione a quelli della popolazione sottoposta a limitazione della libertà e dei minori migranti non accompagnati.

Minniti dà i numeri: un’analisi di alcuni dati del Ministero degli Interni sul “Daspo Urbano”

Minniti dà i numeri

un’analisi di alcuni dati forniti dal Ministero degli Interni sui provvedimenti emessi ai sensi del DL sulla sicurezza urbana

di Andrea Giudiceandrea

L’ultimo giorno del 2017 su varie testate giornalistiche italiane veniva pubblicato un articolo, con lo stesso testo
e titolo o con piccole variazioni, relativo al “bilancio” fatto dal Viminale sulle attività svolte nel 2017, che conteneva, fra le altre cose, uno scarno passaggio dedicato alla “sicurezza nelle città” (1 2 3 )  in cui si affermava che il “Daspo urbano” fosse stato adottato in un totale di 735 casi. Tre mesi prima, il Ministro degli Interni aveva dichiarato, durante una sua audizione in Parlamento, che il numero di ordini di allontanamento superava 700 e 80 erano stati i “Daspo urbani” (4).

I dati sull’applicazione del Decreto Legge 14/2017 (5 6), la nuova legge sulla sicurezza urbana a firmata Minniti, resi
pubblici in tali occasioni, apparivano però estremamente limitati e alquanto imprecisi. Una prima analisi di come si stia concretamente applicando tale normativa si è delineata attraverso una ricerca indipendente a mezzo stampa pubblicata dal blog del Collettivo di mutuo soccorso e cassa di resistenza barese “Non Solo Marange” (7) e sulla webzine “dinamoPRESS” (8)

Per ovviare alla mancanza di dati ufficiali sufficientemente dettagliati è stata inviata una istanza di “accesso
civico generalizzo” al Ministero dell’Interno con richiesta di fornire informazioni sui provvedimenti ( “Ordine di allontanamento da particolari luoghi della città” [art. 9], “divieto di accesso in specifiche aree urbane” [art. 10] e
“divieto di accesso in determinati locali pubblici o nelle loro immediate vicinanze” [art. 13] )  emessi nel corso del 2017, dalle Questure e dalle autorità di polizia statali e locali. Tali provvedimenti, pur perseguendo anche comportamenti che non sono qualificabili come reato (pensiamo alla questua, al commercio ambulante con licenza ma fuori da luoghi autorizzati, al dormire o bere per strada) sono lesivi delle libertà personali quali quelle di movimento e di accessibilità e fruizione degli spazi pubblici. Il diritto di accesso ai dati detenuti dalle pubbliche amministrazioni, con alcune limitazioni, è sancito dal “Decreto trasparenza” o “FOIA italiano” (9), ma non essendo previste reali sanzioni per le amministrazioni inadempienti, le stesse spesso non forniscono i dati e le informazioni in loro possesso o non rispondono nei termini previsti. (11)

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