Contro luoghi di detenzione e frontiere,
per ottenere la liberazione di Divine
e la liberazione di tutte e tutti dai CPR
Sabato 20 Luglio ore 17:00
Presidio sotto le mura del CPR di Bari Palese
Lunedì 15 Luglio a Bologna un compagno residente in Italia da più di vent’anni, fornito di tutti i regolari permessi, è stato prelevato forzosamente dalla sua abitazione al fine di notificargli un decreto di espulsione. Decreto convalidato dal giudice, nonostante il ragazzo fosse stato assolto dal reato che avrebbe dovuto far scattare l’espulsione. [1, 2]Nessuna prova di reato necessaria, se non la volontà e la pressione politica del Viminale per deportare un ragazzo in un paese, la Nigeria, che ha visto solo da bambino. Ė bastata la firma del Ministro degli Interni Matteo Salvini in calce ad una richiesta ministeriale per convalidare l’espulsione. Dalla convalida del decreto, Divine ha avuto una sola ora di tempo per raccogliere poche cose e essere scortato all’aeroporto di Malpensa.
L’impegno dei suoi avvocati ha portato la Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo a pronunciarsi per una sospensione immediata del decreto di espulsione mentre una mobilitazione immediata di solidali presso l’aeroporto di Malpensa ha nei fatti rallentato ed impedito la deportazione di Divine in Nigeria. In virtù del pronunciamento della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, la Prefettura di Milano avrebbe dovuto sospendere il decreto e liberare Divine invece è stato rinchiuso nel CPR di Bari-Palese. Le motivazioni di tanto accanimento stanno nell’impegno politico che Divine ha sempre portato avanti nella città nella quale ha vissuto per oltre 20 anni, Bologna, e nella determinata volontà del Ministro degli Interni Matteo Salvini di espellere dal paese un oppositore politico.
Conosciamo bene le condizioni di detenzione a cui sono sottoposti i prigionieri e le prigioniere nei CPR nonché la profonda illegittimità e crudeltà della detenzione amministrativa. Il CPR di Bari appena ristrutturato e definito da politici e forze di polizia un modello di sicurezza è stato già dato alle fiamme e in parte distrutto due mesi fa a seguito di una rivolta. Il CIE (ora CPR) di Bari è stato in passato già chiuso, prima da una condanna della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo[3] e quindi dalle rivolte che lo hanno reso del tutto inagibile, fine a cui è destinata anche la nuova struttura visto che le brutali condizioni di carcerazione ed abbandono dei reclusi non fanno che peggiorare e dove l’unica prospettiva è la deportazione nel paese dal quale si è scappati per fame, miseria e guerra. Un’altra riprova è lo sciopero della fame iniziato dai detenuti e dalle detenute del CPR di Torino dopo la morte di un recluso per mancanza di cure.
Ex-Caserma Liberata
Non Solo Marange – Collettivo di mutuo soccorso e cassa di resistenza
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Riceviamo e diffondiamo:
Lunedì 15 luglio verso le ore 13 la polizia si è presentata presso l’abitazione di Divine per condurlo in questura, dove gli è stato notificato un inaspettato decreto di espulsione ad personam, firmato direttamente dal ministro Matteo Salvini.
Nonostante il compagno vivesse in Italia da una ventina d’anni e avesse tutte le carte in regola per la sua permanenza, attraverso un’udienza per direttissima il giudice ha convalidato la misura di espulsione, appellandosi a denunce varie, tra cui la finalità di terrorismo da cui Divine era stato assolto anni fa. Gli è stata quindi data, su richiesta dell’avvocato, un’ora di tempo per prendere dei vestiti e un telefono, che gli è stato sequestrato, ed è stato caricato su un’auto diretta all’aeroporto di Milano Malpensa, dove è stato tenuto in regime amministrativo presso gli uffici della Polizia di Frontiera in attesa dell’esecuzione dell’espulsione, esecutiva dalle 18.53 di lunedì (orario di termine dell’udienza) e da effettuare entro le 48 ore successive.
E’ subito girata la voce tra compagni e compagne, amici ed amiche, e una sessantina di persone si sono recate a Malpensa nel pomeriggio di martedì 16 luglio, dove alle 19.10 un aereo della Air Italy, diretto a Lagos (Nigeria), sarebbe dovuto partire con a bordo Divine. I solidali presenti si sono mossi in piccoli cortei all’interno dell’aeroporto con striscione e megafono, sempre ovviamente seguiti da un ingente concentramento di digos, finanza, polizia e carabinieri, informando tutti e tutte dello scempio che stava per avvenire e bloccando in alcune occasioni i gate d’imbarco. Nel frattempo gli avvocati hanno preparato una serie di ricorsi, tra i quali uno in particolare diretto alla Cedu (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo), per sospendere l’ordinanza ministeriale, viziata da diverse irregolarità tra cui il fatto che Divine è stato assolto dai reati su cui è basato il provvedimento di espulsione. La Cedu ha infatti considerato la situazione di Divine urgente e ha accolto il ricorso sospendendone l’espulsione, ma è a questo punto che è entrato in scena il subdolo gioco del Ministero dell’Interno: nonostante Strasburgo avesse accettato il ricorso degli avvocati tramite una sentenza esecutiva di sospensione, le autorità presenti nell’aeroporto per un giorno intero si sono rifiutate di dare garanzie riguardo alla non deportazione di Divine e alla sua liberazione. Le procure di Bologna e Milano, la polizia di Malpensa e il Ministero dell’Interno si sono rifiutati di dire agli avvocati in che stato fosse il compagno e dove si trovasse. Solo in tarda serata è giunta la notizia che Divine non era stato rimpatriato, questa è stata l’unica notizia che ci è giunta.
Ma non finisce qui: la mattina del 17 luglio Divine riesce a trovare il modo di contattare dei compagni e delle compagne, raccontando di essere stato trasferito la sera precedente nel CPR di Bari, informato della sospensione della sua deportazione solo poco prima del trasferimento. Alcune ore dopo veniamo informati che Divine si trova in udienza con un avvocato d’ufficio – riguardante il mantenimento dello stato di detenzione nella gabbia barese – alla quale però il compagno rifiuta categoricamente di presenziare, richiedendo di essere difeso dai propri avvocati. Il giudice ha accolto il rinvio e l’udienza è stata quindi rinviata a venerdì 19 luglio alle ore 9, giorno in cui saranno presenti i suoi legali.
Conosciamo Divine, la sua forza, il suo coraggio, la sua determinazione e sappiamo che non si farà piegare da questo ennesimo sopruso, sappiamo che il suo morale è abbastanza alto. Non è un caso che sia stato mandato proprio presso il CPR di Bari, uno dei lager peggiori d’Italia se non il peggiore, conosciuto per la violazione dei diritti umani, la segregazione e le torture vessatorie che lo rendono agli occhi di tutti una struttura duramente punitiva in cui spesso vengono deportati migranti ribelli.
In questi giorni la solidarietà dei compagni di varie città è stata forte e tempestiva e ha reso chiaro a sbirri e magistrati che Divine non è solo e che le loro sporche manovre almeno in questo caso non passeranno sotto silenzio. Ora è importante che la nostra voce si alzi ancora di più contro le mura di quella fottuta gabbia, per Divine e per tutti coloro che ogni giorno, circondati dal silenzio e dall’indifferenza vigliacca della gente, vengono privati della libertà perché poveri, indesiderabili, colpevoli di aver varcato una linea immaginaria chiamata confine. Per tutto questo sabato pomeriggio saremo a Bari con un presidio davanti al CPR chiediamo a tutti, compagni amici e solidali di venire numerosi.
Sappia il signor ministro e la sua corte che dovunque lo trasferiranno per allontanarlo dalla solidarietà noi saremo lì, e saremo anche nelle nostre città, nelle strade o in qualsiasi luogo ci andrà a genio a reclamare la liberazione immediata del nostro compagno.
Anche quando potremo riabbracciarlo di nuovo non smetteremo di tornare sotto quelle mura, davanti a quelle sbarre identiche a quelle di altre infami gabbie sparse per la Fortezza Europa, per portare avanti con ogni mezzo possibile la lotta contro il sistema che le ha rese e le rende possibili ogni giorno.
A TESTA ALTA, SENZA PAURA DELLA REPRESSIONE, FINCHE’ DI GABBIE E CPR NON POSSANO CHE RIMANERE SOLO MACERIE.
DIVINE LIBERO, TUTTI LIBERI, TUTTE LIBERE!
Per aggiornamenti ricordiamo che venerdì mattina ci sarà l’udienza che deciderà in merito alla sua detenzione presso la struttura barese e anche se Divo verrà rilasciato il presidio davanti al CPR avrà luogo ugualmente.
Compagn* di Divine