Minniti dà i numeri: un’analisi di alcuni dati del Ministero degli Interni sul “Daspo Urbano”

Minniti dà i numeri

un’analisi di alcuni dati forniti dal Ministero degli Interni sui provvedimenti emessi ai sensi del DL sulla sicurezza urbana

di Andrea Giudiceandrea

L’ultimo giorno del 2017 su varie testate giornalistiche italiane veniva pubblicato un articolo, con lo stesso testo
e titolo o con piccole variazioni, relativo al “bilancio” fatto dal Viminale sulle attività svolte nel 2017, che conteneva, fra le altre cose, uno scarno passaggio dedicato alla “sicurezza nelle città” (1 2 3 )  in cui si affermava che il “Daspo urbano” fosse stato adottato in un totale di 735 casi. Tre mesi prima, il Ministro degli Interni aveva dichiarato, durante una sua audizione in Parlamento, che il numero di ordini di allontanamento superava 700 e 80 erano stati i “Daspo urbani” (4).

I dati sull’applicazione del Decreto Legge 14/2017 (5 6), la nuova legge sulla sicurezza urbana a firmata Minniti, resi
pubblici in tali occasioni, apparivano però estremamente limitati e alquanto imprecisi. Una prima analisi di come si stia concretamente applicando tale normativa si è delineata attraverso una ricerca indipendente a mezzo stampa pubblicata dal blog del Collettivo di mutuo soccorso e cassa di resistenza barese “Non Solo Marange” (7) e sulla webzine “dinamoPRESS” (8)

Per ovviare alla mancanza di dati ufficiali sufficientemente dettagliati è stata inviata una istanza di “accesso
civico generalizzo” al Ministero dell’Interno con richiesta di fornire informazioni sui provvedimenti ( “Ordine di allontanamento da particolari luoghi della città” [art. 9], “divieto di accesso in specifiche aree urbane” [art. 10] e
“divieto di accesso in determinati locali pubblici o nelle loro immediate vicinanze” [art. 13] )  emessi nel corso del 2017, dalle Questure e dalle autorità di polizia statali e locali. Tali provvedimenti, pur perseguendo anche comportamenti che non sono qualificabili come reato (pensiamo alla questua, al commercio ambulante con licenza ma fuori da luoghi autorizzati, al dormire o bere per strada) sono lesivi delle libertà personali quali quelle di movimento e di accessibilità e fruizione degli spazi pubblici. Il diritto di accesso ai dati detenuti dalle pubbliche amministrazioni, con alcune limitazioni, è sancito dal “Decreto trasparenza” o “FOIA italiano” (9), ma non essendo previste reali sanzioni per le amministrazioni inadempienti, le stesse spesso non forniscono i dati e le informazioni in loro possesso o non rispondono nei termini previsti. (11)

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Per la creazione di una “rete Europea per il diritto di dissenso in difesa delle lotte sociali”

Negli ultimi due mesi, come compagne e compagni del collettivo di mutuo soccorso e cassa di resistenza Non Solo Marange abbiamo promosso #SeMiCacciNonVale, una campagna politica che denuncia l’utilizzo dei fogli di via come strumento di attacco alle attiviste e agli attivisti, nonché un loro uso sproporzionato e indiscriminato. Un percorso segnato da un serrato confronto al nostro interno attraverso il quale abbiamo attivato una rete di sostegno a garanzia di tutti e tutte coloro che sono stati colpiti dalla repressione, scritto comunicati ed analisi, avviato un percorso di autoformazione e promosso iniziativa politica per le strade e le piazze della nostra città. Tutte le nostre azioni sono state sempre finalizzate a contrastare le azioni repressive della questura di Bari, denunciando immediatamente l’uso politico di fogli di via e avviso orale e l’accanimento giudiziario conto il collettivo Villa Roth.

All’interno di questo percorso abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa di Osservatorio Repressione per la creazione di una “rete Europea per il diritto di dissenso in difesa delle lotte sociali” in quanto riteniamo che, percorsi di questo tipo possano essere utili in ambito di analisi e confronto.

In questi ultimi mesi sono stati distribuiti fogli di via preventivi in tutto il paese durante i differenti appuntamenti legati al G7 e questo si affianca l’ulteriore deriva degli “abusi in divisa” fatta di vere e proprie aggressioni mirate come nel caso di Maya o del ragazzo senegalese pestato a sangue durante un controllo per presunto spaccio, sino alle brutali cariche della polizia antisommossa per le strade della movida nel quartiere Vanchiglia a Torino. Un quadro sempre fosco dove oramai anche le opinioni sono sottoposte al vaglio degli apparati di polizia e del ministero degli interni, come nel caso della manifestazione di Amnesty contro la legge Minniti / Orlando a Roma. In questa guerra asimmetrica dello stato e dei suoi apparati repressivi riteniamo l’incontro, il confronto e la complicità i mezzi necessari alla lotta.

E’ con questo spirito che una nostra compagna parteciperà alla delegazione di Osservatorio Repressione a Bruxelles per una due giorni di incontri ed iniziative alla quale parteciperanno giuristi, esperti, attivisti da tutta Europa.
Per maggiori informazioni
http://www.osservatoriorepressione.info/rete-europea-diritto-dissenso-difesa-delle-lotte-sociali/
http://www.osservatoriorepressione.info/solo-le-lotte-sociali-potranno-fermare-la-repressione/

A Bruxelles il 28 e 29 giugno su iniziativa dell’Osservatorio Repressione, si terrà una due giorni per la nascita di una rete europea per il diritto di dissenso in difesa delle lotte sociali, alla quale parteciperanno giuristi, esperti, attivisti da tutta Europa.

Il 28 giugno alle 18 presso la sala “L’horloge du sud” (al 141 di rue du Trone), a Bruxelles, si terrà per un primo confronto fra le realtà sociali di movimento europee, promosso con gli Antifascisti di Bruxelles.

Il 29 giugno presso la sede del Parlamento Europeo alle ore 14 ci sarà la proiezione del docufilm “Archiviato. L’obbligatorietà dell’azione penale in Valsusa” con l’intervento dell’Avv. Claudio Novaro, legale di attivisti No Tav a seguire il convegno europeo organizzato dal gruppo parlamentare del GUE/NGL

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NON SOLO MARANGE – Collettivo di mutuo soccorso e cassa di resistenza – Bari

Inchiesta – Gli indesiderati di casa nostra a cura della Redazione del Master di Giornalismo di Bari

Inchiesta – Gli indesiderati di casa nostra a cura della Redazione del Master di Giornalismo di Bari e pubblicata sul iltaccoditalia.info

Gli Indesiderati di casa nostra

Bari. In vista del G7 del 12 maggio prossimo, la Questura del capoluogo pugliese intensifica le misure di sicurezza contro la criminalità. Ed espelle tre attivisti politici e un ricercatore universitario per l’occupazione di Villa Roth, di proprietà della Provincia

La Redazione del Master di Giornalismo di Bari
L’Europa alza i muri. La Gran Bretagna esce dalla Ue. Un decreto legge, approvato oggi, elimina il secondo grado di giudizio per gli immigrati richiedenti asilo. Si aboliscono i diritti, si rafforzano i soprusi, con la scusa della sicurezza e dell’ordine pubblico. I continenti diventano fortezze, le città diventano Cie, dove c’è chi viene identificato ed espulso e chi può rimanere, a condizione che. La sensazione è che il principale diritto, quello di vivere in serenità la propria condizione di essere umano cittadino del mondo, venga sempre più eroso. E questa erosione ci riguarda da vicino vicino. A Bari per esempio, in vista del G7 del 12 maggio prossimo, si è scelto di espellere degli attivisti politici, tra cui un ricercatore universitario, perché, come componenti del collettivo di occupazione di un bene pubblico abbandonato, Villa Roth, s’erano allacciati abusivamente all’elettricità e alle condutture dell’acqua. E’ con orgoglio che debuttano sulle pagine del Tacco le studentesse e gli studenti del Master di Giornalismo di Bari. Sono i “miei” studenti”. E sono “giornalisti giornalisti”. MLM

Gli indesiderati di casa nostra
#SeMiCacciNonVale
“Indesiderata a casa mia”. La testimonianza
Daspo Urbano, decreto MInniti: ai parlamentari pugliesi non piace
Da Dante a Napoleone: fenomenologia della repressione
Daspo urbano: alle radici dell’ostracismo
Da Elio Germano a Giò Sada, villa Roth è tutta uno “spettacolo”
Fogli di via, come difendersi
Italo Di Sabato: occhi aperti sulla repressione in Europa
Dal G7 ai “fogli di via”: le misure di sicurezza a Bari “sono pronte” (intervista al questore di Bari)