Solidarietà e Libertà – Exarchia è ovunque! – Presidio sotto le mura del consolato Greco della città di Brindisi

Solidarietà e Libertà – Exarchia è ovunque!
Presidio sotto le mura del consolato Greco della città di Brindisi
Venerdì 13 settembre ore 18:00
 
A margine del presidio sotto il comune di Bari per chiedere la cittadinanza per A. Ocalan, i\le solidali hanno deciso , dopo una breve assemblea, di dimostrare solidarietà internazionalista anche al popolo greco in lotta che, in questo momento, sta subendo attivamente l’operazione repressiva più dura dalla rivolta del 2008. Con lo stesso spirito quindi abbiamo deciso di convocare un presidio sotto il consolato onorario greco di Brindisi, il giorno prima della manifestazione nazionale contro la repressione che ci sarà ad Atene, per denunciare a gran voce le violenze, le deportazioni, le torture, gli arresti arbitrari, gli sgomberi e la militarizzazione di interi quartieri e supportare il movimento rivoluzionario greco.
Siete tutti e tutte invitati/e
Il 26 agosto ad Atene decine di mezzi e centinaia di uomini e donne della polizia agli ordini di Kyriakos Mitsotakis, leader di Nea Dimokratia, hanno militarizzato il quartiere di Exarchia per portare avanti il piano di repressione degli anarchici e dei movimenti di lotta iniziato lo scorso febbraio da Alexis Tsipras, leader di Syriza. Exarchia è un quartiere trasformato dalle lotte dove molti edifici abbandonati sono stati trasformati abitazioni, mense, ambulatori sanitari autogestiti, librerie e palestre e dove la solidarietà tra gli abietanti è molto forte.
 
Questa volta sono stati 4 gli spazi sgomberati, dove vivevano in autogestione centinaia di persone immigrate: Spirou Tripouki 15 e 17, Gare e Rosa de fok ovvero 143 persone immigrate, 57 uomini, 51 donne e 35 tra bambini/e e minorenni, provenienti da Iran, Irak, Afghanistan, Eritrea e Turchia, sono state costrette a salire sui bus della polizia e deportate in un centro di detenzione.
 
Con questa operazione repressiva, a lungo preparata e accompagnata da una generale restrizione delle libertà, il governo greco di Kyriakos Mitsotakis vuole attaccare le forme di autorganizzazione della società, il movimento delle occupazioni e il movimento anarchico ed avere quindi mano libera nell’attuazione di nuove politiche antipopolari. La massiccia presenza di forze dell’ordine nel quartiere e le frequenti aggressioni poliziesche non hanno intimidito la popolazione che giorno 31 agosto è scesa per le strade del quartiere per una imponente manifestazione di solidarietà in vista di quella promossa per il giorno 14 Settembre sempre ad Atene.
 
Invitiamo tutte e tutti ad esserci e a manifestare la propria solidarietà perché a Brindisi come ad Atene, la solidarietà è un’arma
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COMUNICATO DELL’A.P.O. (Αναρχική Πολιτική Οργάνωση, Organizzazione Politica Anarchica)
 
CONTRO LA CAMPAGNA REPRESSIVA DELLO STATO
 
L’attacco di natura repressiva del 26 agosto, consistente nell’invasione da parte di un esercito di occupazione – composto dalle Unità Speciali Antiterrorismo e reparti di Polizia Antisommossa – e nello sgombero di 4 squat, l’arresto di 3 occupanti e la detenzione di 143 rifugiat* e immigrat*, che sono stati trasferiti dalle loro abitazioni, è stata la prima azione di un’operazione di guerra. Un’operazione già annunciata dai funzionari del governo, e che è stata preparata da parte dei piccoli “Goebbels” dei media, per mezzo di un’individuzione sistematica dei propri obiettivi tra i membri del movimento anarchico e tra coloro che lottano.
Quest’operazione è avvenuta proprio a seguito del voto sulle leggi contro i sindacati, l’abolizione del diritto d’asilo nelle Università, l’inasprimento del razzismo istituzionale contro immigrat* e rifugiat*, i piani repressivi nei confronti degli squat ad Atene e Giannina. Dopo le elezioni del 7 luglio, il nuovo governo, seguendo le orme dell’amministrazione precedente, ha presentato la propria agenda per i prossimi anni e indicato quelli che sono i suoi principali nemici, i nemici di ogni governo: anarchiche ed anarchici; chi è in lotta; migranti e rifugiati; le lavoratrici e i lavoratori. Questa campagna di guerra contro chiunque prosegua la lotta è parte degli sforzi capillari dello stato greco, che hanno lo scopo di assoggettare la resistenza sociale e di classe e di farli sottostare a questa condizione.
Uno sforzo che si è sempre scontrato con il muro delle mobilitazioni dinamiche e di massa, di rivolte e lotte.
Il fallimento dello stato e del sistema capitalista, la continua riproduzione e il suo decadimento sempre più profondo, portano all’accentuazione delle esclusioni e alle innumerevoli violenze contro i poveri, al saccheggio e alla distruzione irreparabile della natura, alla morte delle persone martoriate ai confini, a una sopravvivenza fatta di stenti nelle moderne galee del lavoro.
Sia a livello internazionale che locale, la paura dei gruppi dominanti per lo scontento e la rabbia per queste condizioni, conduce al miglioramento della loro fortificazione legale e repressiva, alla feroce guerra ideologica che arriva per giunta a disumanizzare i loro avversari e coloro che irritano il regime. Dalla Grecia alla Francia, i lacchè autoritari si riferiscono a coloro che vengono presi di mira in quanto “feccia” e “spazzatura”, come preludio all’esercizio della violenza omicida.
Stanno tentando di diffondere il terrore, in quanto si ritrovano contro di loro migliaia di oppositori. Le immagini di poliziotti armati e l’invasione degli squadroni di polizia in Exarcheia e negli squat hanno molti destinatari, tutte e tutti coloro che stanno soffocando sotto questo regime di sfruttamento e sottomissione. Sono questi i gruppi e i soggetti a cui il movimento anarchico si rivolge e da cui trae la sua forza. Ciò che risulta critico al giorno d’oggi è la presenza massiccia e combattiva per le strade, il contrattacco contro le guardie dei pretoriani, la risposta collettiva del popolo in lotta e di chi subisce la repressione. Il risultato della battaglia contro questa campagna repressiva a lungo termine determinerà negli anni a venire l’equilibrio di potere tra lo stato e i padroni da una parte e i plebei dall’altra.
Usando la solidarietà come nostra arma, occorre lanciare il segnale di un contrattacco alla brutalità statale e capitalista, rivitalizzare la resistenza sociale e di classe. Stiamo chiamando i compagni anarchici, le e gli occupanti, chiunque lotti in tutto il mondo per organizzare mobilitazioni e azioni in solidarietà con il movimento anarchico e gli squat in Grecia. La solidarietà internazionalista potrebbe sollevare un’altra barricata ai piani dello stato e del capitale, e rafforzare la resistenza del popolo alla lotta in ogni angolo del mondo.
In quanto A.P.O., partecipiamo, supportiamo e chiamiamo alle mobilitazioni organizzate dalle assemblee degli squat anarchici, squat abitativi per rifugiat* e migrant*, strutture di movimento e dei collettivi politici “¡NO PASARAN!” ad Atene e alle manifestazioni del 31 agosto e del 14 settembre. Sosteniamo il FestivalLibertario degli squat a Salonicco (dal 3 al 6 settembre) e facciamo appello anche alla manifestazione contro la Fiera Internazionale di Salonicco del 7 settembre e alla protesta che si terrà a Patra di sabato 31 agosto, ad Esperos.
 
CONTRO LA REPRESSIONE DELLO STATO – NESSUNA RESA – NESSUNA TREGUA
¡NO PASARAN!
CONTRO LA CAMPAGNA REPRESSIVA DELLO STATO, SOLIDARIETÀ AGLI SQUAT E ALLE STRUTTURE DIMOVIMENTO
A.P.O. (Αναρχική Πολιτική Οργάνωση, Organizzazione Politica Anarchica) – FEDERAZIONE DI COLLETTIVI
28 agosto 2019

 

Solidarietà a Roberto Aprile e ai disoccupati brindisini condannati dallo stato per aver reclamato lavoro

Sono state confermate dalla Corte di Cassazione le condanne emesse nei confronti di 29 brindisini tra disoccupati e sindacalisti dei Cobas, accusati di aver bloccato a più riprese il transito dei mezzi della Monteco, nei primi giorni del marzo 2011.


Quei giorni all’impianto Monteco, azienda di raccolta dei rifiuti solidi urbani, furono segnati dall’esasperazione di uomini e donne senza lavoro, disperati per la loro condizione e determinati a far sentire la propria voce. In una città senza prospettive come quella di Brindisi, vittima di scelte politiche che per decenni hanno solo privilegiato gli interessi di Enel e delle sue centrali a carbone, attraverso manifestazioni e picchetti di protesta i brindisini chiedevano dignitosamente lavoro all’azienda.

Le istituzioni, sorde a questa richiesta, hanno solo favorito gli interessi privati della Monteco demonizzando le richieste dei disoccupati come “pretese inconsistenti”. A distanza di 6 anni da quegli eventi si compie la vendetta dello stato con la conferma di 29 condanne che vanno da 5 mesi ad 1 anno e 11 mesi.
Queste condanne sono l’ennesimo atto della guerra dichiarata dallo stato ai poveri e atutti coloro che mettono in discussione lo stato delle cose reclamando lavoro, uniche soggettività sulle quali la legge viene applicata rigorosamente e senza pietà, solo come strumento repressivo e di controllo sociale e iniquità.

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