Solidarietà a Roberto Aprile e ai disoccupati brindisini condannati dallo stato per aver reclamato lavoro

Sono state confermate dalla Corte di Cassazione le condanne emesse nei confronti di 29 brindisini tra disoccupati e sindacalisti dei Cobas, accusati di aver bloccato a più riprese il transito dei mezzi della Monteco, nei primi giorni del marzo 2011.


Quei giorni all’impianto Monteco, azienda di raccolta dei rifiuti solidi urbani, furono segnati dall’esasperazione di uomini e donne senza lavoro, disperati per la loro condizione e determinati a far sentire la propria voce. In una città senza prospettive come quella di Brindisi, vittima di scelte politiche che per decenni hanno solo privilegiato gli interessi di Enel e delle sue centrali a carbone, attraverso manifestazioni e picchetti di protesta i brindisini chiedevano dignitosamente lavoro all’azienda.

Le istituzioni, sorde a questa richiesta, hanno solo favorito gli interessi privati della Monteco demonizzando le richieste dei disoccupati come “pretese inconsistenti”. A distanza di 6 anni da quegli eventi si compie la vendetta dello stato con la conferma di 29 condanne che vanno da 5 mesi ad 1 anno e 11 mesi.
Queste condanne sono l’ennesimo atto della guerra dichiarata dallo stato ai poveri e atutti coloro che mettono in discussione lo stato delle cose reclamando lavoro, uniche soggettività sulle quali la legge viene applicata rigorosamente e senza pietà, solo come strumento repressivo e di controllo sociale e iniquità.

Non Solo Marange è al fianco di Roberto Aprile e di tutti i brindisini condannati dallo stato per aver reclamato lavoro ed aver difeso la propria terra.

di seguito il comunicato dei Cobas Brindisi

Comunicato stampa Cobas su:
confermate condanne per manifestazione vicino Monteco

Nell’udienza del 16/10/17 la Corte di Cassazione V Sezione Penale, ha confermato definitivamente la sentenza di condanna emessa dal Tribunale Monocratico Brindisi il 30/09/14 e confermata dalla Corte Appello Lecce il 26/10/16. Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, così come aveva già fatto il Procuratore Generale presso la Corte di Appello, aveva concluso per l’accoglimento dei motivi di impugnazione e l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna. Le motivazioni della decisione della Corte di Cassazione non sono  ancora
state depositate. Il rispetto della legge viene chiesta solo alla povera gente mentre per  i potenti si trovano tutti i cavilli per non condannarli. Le proteste delle popolazioni a qualsiasi tipo di imposizione,sia esso  occupazionale ,ambientale,di altri motivi , trovano sempre pronto lo  Stato a. Usare la mano dura. Viviamo in una situazione in cui ormai la paura di subire conseguenze  supera di gran lunga la richiesta del rispetto dei diritti  costituzionali , che vengono sempre più pesantemente calpestati.

Lo stato di diritto ha lasciato il posto ad uno stato di polizia che  colpisce sempre e solo i più deboli. Ma per il Governo,quello sì incostituzionale ,le cose vanno bene. L’occupazione aumenta ,l’ambiente migliora ,la sanita’ è ottima ,la  qualita’ della vita superlativa. Riescono anche a dire che l’aspettativa di vita continua ad aumentare
per fregare sulle pensioni. Non hanno nessun ritegno e quando non riescono ad imbrogliare con le  parole mandano i poliziotti .

Le condanne non serviranno a fermare i bisogni delle persone perché  continueranno a  protestare…… perché hanno fame.

Brindisi 07.11.2017

per il cobas roberto aprile

 

 

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