A Bari un altro morto di cottimo. Si chiamava Alberto Piscopo e aveva 19 anni

Sabato 1° dicembre a Bari un ragazzo è stato investito mentre attraversava gli stradoni del quartiere Poggiofranco con il suo motorino. Si chiamava Alberto Piscopo Pollini ed aveva 19 anni. Alberto è morto mentre lavorava per conto di SocialFood, una delle tante aziende che offrono consegne a domicilio da ristoranti e pizzerie tramite un’applicazione. Alberto, come tutti i fattorini del delivering, non era assunto come dipendente ma aveva firmato un contratto di lavoro autonomo. Alberto è morto mentre lavorava con il suo motorino correndo da una parte all’altra della città per rispettare i parametri dell’algoritmo dell’applicazione SocialFood.

In fondo la realtà è semplice: c’è chi in casa al caldo e tramite un’applicazione ordina cibo per soddisfare le proprie necessità e chi fuori al freddo, su biciclette e motorini, sempre per soddisfare i propri bisogni e magari qualche sogno, consegna cibo a domicilio per pochi centesimi, senza alcun diritto, senza alcuna tutela e sostanzialmente a proprio rischio e pericolo. Alberto non è il primo a rimetterci la vita così come non è il primo ad infortunarsi gravemente mentre lavora, solo che a differenza di altri lavoratori Alberto ha firmato un contratto che nei fatti e al di là delle belle parole è un contratto di lavoro a cottimo senza nessuna forma di tutela e garanzia con una “paga” basata sul numero di consegne (in media tra 1 e 1,80 euro lorde a consegna) e numero di chilometri percorsi (in media 0,25 cent/km); Alberto non entrerà nemmeno nelle statistiche dei morti sul lavoro in quanto dallo stato non è considerato nemmeno un lavoratore.

Mentre il suo nome a breve sarà dimenticato dai più, per noi riders il nome di Alberto rimarrà un duro monito così come è stato per Maurizio morto a 30 anni lo scorso 4 Settembre in scooter mentre consegnava pizze a domicilio a Pisa. Di lavoro si muore ma se hai un contratto entri nelle statistiche dell’INAIL ovvero 945 morti sul lavoro tra Gennaio e Ottobre 2018, se non hai nessuna forma di tutela sei solo un morto. Per le aziende che si occupano di consegne a domicilio noi Rider siamo solo un numero circondato dalle sue variabili ed inserito nell’algoritmo dell’applicazione.

Siamo alcuni riders baresi, abbiamo deciso di prendere parola perché il nome di Alberto non può essere dimenticato e perché bisogna iniziare a combattere affinché le aziende di consegne a domicilio ci riconoscano diritti fondamentali come per gli altri lavoratori.

Non si può morire a 19 anni per consegnare una pizza.
Non si deve morire per portare a casa 2 soldi

#rideronthestorm #riderinlotta #tutelepiene

Comunicato di alcuni riders baresi e pubblicato da Ex Caserma Liberata

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