Aggressioni poliziesche a Bari: Il Furgone di Troia del Collettivo Athena

Già da prima che il corteo muovesse i prima passi da Pizza Umberto, studenti e studentesse dei differenti collettivi erano stati a più riprese aggrediti verbalmente e fisicamente da esponenti alle forze dell’ordine con l’evidente intento di intimidire e ridurre al silenzio ragazzi e ragazze che hanno deciso di alzare la voce contro lo sfruttamento dell’alternanza scuola lavoro.

Le provocazioni sono continuate per tutto il corteo tra minacce e clamorose affermazioni delle forze di ps quali “Non fate cori contro le altre organizzazioni studentesche o blocchiamo tutto” culminate a corteo terminato con il fermo e l’identificazione di una quindicina di attivisti ed attiviste del Collettivo Athena. Durante il fermo diverse rappresentanze studentesche si sono mosse per portare attraverso la loro presenza in strada, solidarietà e vicinanza

Esprimiamo solidarietà al Collettivo Athena, un percorso studentesco autonomo dalle rappresentanze sindacali di marca CGIL, nato nelle scuole e cresciuto tra assemblee, iniziative e un confronto costante tra collettivi che ha portato ieri circa 500 tra ragazzi e ragazze a sfilare oggi per le strade di Bari e che si è rapportato per la prima volta con la responsabilità dell’essere soggetto politico in città.
Nessuna intimidazione potrà fermare la lotta
La solidarietà è un’arma, la solidarietà è un prassi

Il Furgone di Troia del Collettivo Athena

Un gruppo di studenti del Collettivo Athena è stato aggredito dagli agenti della Polizia Locale mentre tornava dalla manifestazione che si è svolta oggi a Bari. Due studenti sono stati anche trattenuti al comando della polizia municipale di Japigia e probabilmente denunciati.
Oggi 17 Novembre siamo scesi in piazza, attraversando la nostra città in una manifestazione che ha ripercorso i luoghi protagonisti dello sfruttamento dell’alternanza scuola-lavoro. Eravamo in Piazza Umberto in almeno 500 quando degli agenti della DIGOS e della Polizia di Stato hanno cercato, con toni intimidatori, di scoraggiare la partecipazone al corteo rivolgendosi direttamente a tutti quelli e quelle che si stavano avvicinando allo striscione, soprattutto chi intonava cori, cantava, portava bandiere e, più generalmente, potesse essere definito “indecoroso”. Il corteo si è fermato in piazza Diaz dove, dopo l’assemblea che ha concluso la manifestazione, ci siamo avviati per riportare il furgone al deposito.


All’altezza del ponte di Corso Cavour il furgone è stato fermato dalla Polizia Locale, che ha strattonato e preso dal collo un attivista che stava favorendo i documenti del mezzo, perché faceva da schermo davanti al furgone su cui sedevano più persone di quanto non fosse permesso dalla carta di circolazione. Successivamente la Polizia Locale ha provveduto a fotografare tutti gli attivisti e le attiviste che si erano intanto riversati nella strada, innervositi dalla violenza con cui gli agenti hanno operato, picchiando e strattonando tutti i ragazzi sul furgone senza nessun motivo. Siamo andati alla ricerca anche di testimoni che raccontassero cosa fosse avvenuto: dalle automobili, dai negozi, dalle case.
La risposta è stato un ulteriore tentativo di aggressione ad un nostro militante, che ha tentato di frapporsi tra la videocamera e i volti dei minorenni presenti. L’agente responsabile di questa aggressione scagliandosi contro gli studenti è scivolato sull’asfalto bagnato, cadendo a terra, e incolpando lo studente aggredito della sua caduta.
Testimoni oculari sul posto hanno visto quello che è successo e ne abbiamo raccolto le testimonianze, che verranno utilizzate nel caso in cui le accuse a carico degli attivisti vengano confermate.
Le provocazioni poliziesche che sono durate tutta la giornata sono totalmente inaccettabili e dimostrano come, sin dall’inizio, il loro obiettivo fosse provocare gli studenti per ottenere una reazione che permettesse un intervento repressivo.
La minaccia della repressione non fermerà la nostra lotta contro l’alternanza e le nostre iniziative per le scuole e per la città. La solidarietà che stiamo già ricevendo ci spinge ad andare avanti e la nostra priorità rimane lottare accanto a tutti e tutte.
Non ci avrete mai come volete voi!

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