Anche d’estate, soprattutto d’estate, non dimentichiamo chi è stato privato della libertà. I detenuti del carcere di Bari sono rinchiusi in un luogo di violenza, privazione, spersonalizzazione individuale ed affettiva. Il carcere ha ormai perso qualsiasi funzione riabilitativa e di reinserimento nella società. I rapporti sul carcere di Bari di Antigone e Yairaiha Onlus ci descrivono un luogo di detenzione fatiscente e vetusto, sovraffollato, senza luoghi di socialità adeguati, con spazi aperti molto limitati, dove la stragrande maggioranza dei detenuti è in attesa di giudizio.
Il carcere di Bari ha un affollamento del 120%, il 30% dei detenuti è tossicodipendente, il 15% dei detenuti è straniero. Nelle carceri italiane ufficialmente si muore per malattia o suicidio, ma la maggior parte di queste morti sono avvenute per cause non chiare dalla mancata assistenza sanitaria, ai casi di overdose, alle morti violente come quella di Carlo Saturno trovato “suicidato” in una cella di contenimento dopo un litigio con le guardie carcerarie nel Marzo del 2011.
I “criminali” che “meritano” il carcere sono per la maggior parte appartenenti alle classi subalterne, i poveri e i reietti della società, i migrati e i tossicodipendenti che lo stato vuole far sparire dietro queste mura. Come è accaduto ieri a Roma in piazza indipendenza, dove i rifugiati che chiedevano casa e dignità “dovevano sparire” dal centro cittadino, a costo di essere spezzati, umiliati e denunciati.
Siamo oggi sotto le mura del carcere di Bari in solidarietà a tutti i detenuti sia quelli “comuni” che a tutti i militanti/le rinchiusi nelle carceri.
Libertà per compagni incarcerati ad Amburgo durante le manifestazioni contro il recente G20
Libertà per Paska e Salvatore
Contro carceri e cpt – Liberi Tutt*
NON SOLO MARANGE – Collettivo di mutuo soccorso e cassa di resistenza