Presentazione di Costruire Evasioni con Prison Break Project

Venerdì 1° Dicembre, dalle ore 19:30
Presso il Cineteatro Mimì Milano in Ex-Caserma Liberata

incontriamo

Prison Break Project

progetto di ricerca ed analisi sulla repressione dei movimenti sociali, per presentare il loro lavoro

COSTRUIRE EVASIONI Sguardi e saperi contro il diritto penale del nemico
Edizioni Be Press

a seguire cena sociale a supporto delle attività di Non Solo Marange

Dalla prefazione di Salvatore Ricciardi:
“Seguendo il filo di queste indicazioni si potrà avere un quadro più preciso delle tendenze che sta assumendo la repressione per non farci trovare impreparati. Né colti alla sprovvista.
Avere questo libro tra le mani è importante; ancora più importante è leggerlo e discuterlo collettivamente; ma la vera sfida è quella di continuare questa riflessione sul piano pratico, senza tralasciare quello analitico.”

Come collettivo di Mutuo soccorso e cassa di resistenza siamo convinti che oggi come ieri sia importante parlare di repressione non solo per analizzarne le modalità operative. ma anche per offrire ad attivisti ed attiviste, militanti e a tutti e tutte coloro che lottano nuovi strumenti di autodifesa, di critica e di resistenza collettiva alla repressione.

Le realtà antagoniste baresi negli ultimi anni sono state oggetto di innumerevoli denunce e di atti di repressione sia individuali che collettivi, così come molte altre realtà di lotta ed aggregazione nel resto della regione. Pensiamo al Movimento NoTap in lotta contro la devastazione del territorio, ai disoccupati brindisini recentemente condannati, ai cittadini tarantini che contestavano Renzi e la devastazione ambientale dell’Ilva, oltre che alla continua repressione subita dagli attivisti dei centri sociali, delle case occupate e dei luoghi di aggregazione antifascisti. Una repressione fatta non solo di denunce ma anche di provvedimenti amministrativi come l’avviso orale, il Daspo e i fogli di via.

Proseguiamo con l’analisi e il dibattito intorno alla situazione repressiva, avviato da oltre due anni da Non solo marange attraverso il dialogo con altre realtà impegnate nel voler inceppare il meccanismo repressivo dello stato. Questa volta lo faremo invitandovi al confronto con il progetto Prison Break, per diffondere saperi di resistenza e costruire nodi di contropotere.

nonsolomarange.noblogs.org
prisonbreakproject.noblogs.org

Prison Break Project nasce dall’esigenza di tre precari di prendere parola sulle dinamiche repressive in atto e così contribuire ad una riflessione critica, rivolta principalmente ai movimenti sociali, sulle modalità per spezzare le logiche di isolamento, di limitazione dell’agibilità politica e d’imprigionamento dei corpi che la repressione impone.
Abbiamo avvertito l’urgenza di un intervento su tale ambito dopo esserci confrontati in maniera più o meno diretta con le conseguenze della stretta repressiva che si è registrata in Italia, in particolare nell’ultimo decennio. Nell’ambito della nostra partecipazione alle lotte sociali, alle quali cerchiamo nel nostro piccolo di contribuire, abbiamo conosciuto sulla pelle, nostra o dei nostri compagni e compagne, la crudezza della criminalizzazione e i suoi effetti nefasti sulla capacità organizzativa e l’efficacia delle forme di opposizione al sistema capitalista attuale.

Nel corso della nostra esperienza universitaria abbiamo vissuto percorsi di mobilitazione ed autoformazione che ci hanno portato a contaminare le nostre conoscenze specialistiche grazie a un confronto orizzontale e diretto. Ciò ha permesso di conquistarci una capacità critica e decostruttiva della neutralità e della sacralità dei saperi. Le conoscenze “tecniche” possono essere utili se rovesciano la finalità degli steccati disciplinari, sempre volti a negare la possibilità di una visione critica globale e a riprodurre la continuità e la solidità delle architetture del potere.
La nostra formazione eterogenea, derivata da studi giuridici e sociologici, ci ha quindi consentito di sviluppare una conoscenza strumentale in grado di considerare la dimensione tecnica e discorsiva dei dispositivi repressivi. In ogni caso non siamo tecnici né accademici e se la nostra riflessione può a tratti sembrare poco scientifica o presentare delle ingenuità è anche perché abbiamo preferito dare priorità, più che al rigore metodologico, all’esigenza di offrire utile e tempestivo supporto al contrasto dei meccanismi repressivi.

Il progetto prevede la realizzazione di un libretto autoprodotto, il quale contiene l’analisi di alcuni aspetti generali e delle questioni che ci sembrano più rilevanti in merito al fenomeno repressivo. In questo blog invece vengono pubblicati di volta in volta approfondimenti, materiali, e contributi su aspetti più specifici. Questi lavori mirano a contribuire al dibattito di movimento e dal dibattito stesso traggono spunti e conoscenze sul tema. Per questo è per noi fondamentale la massima circolazione e la possibilità di discussione sui ragionamenti elaborati, anche attraverso il confronto diretto e la presentazione del libro presso tutte quelle realtà che mostrano interesse in tal senso.
I dispositivi repressivi mirano ad isolare e a dividere in gruppi e fazioni. Per meglio opporsi ad essi occorre invece un fronte il più possibile trasversale e, a tal fine, il nostro sforzo è di elaborare riflessioni che tentino di superare i recinti identitari. Come dimostra l’avventura di Michael Scofield e dei suoi complici, solo rivoltando il sapere tecnico contro il potere, alleandosi tra diversi, avendo chiaro l’obiettivo comune, possiamo aprire brecce nelle pareti che ci bloccano e ci tengono isolati.

Prison Break Project