Week-end pugliese contro le nanotecnologie e in solidarietà a Silvia, Billy e Costa.

Le nano e bio tecnologie rappresentano i nuovi mattoni del dominio tecno-scientifico con cui si sta costruendo il nuovo fronte del fascismo invisibile. Semi e colture modificate geneticamente, impianti neurologici, batteri ingegnerizzati, insetti modificati geneticamente rappresentano la distruzione della biodiversità e degli antichi saperi.
L’uso delle tecnologie RFDI e di geolocalizzazione, lo sfruttamento dei Big Data raccolti dalle multinazionali che operano nel web, stanno compromettendo il nostro modo di vivere e il modo in cui percepiamo noi stessi e la realtà.
L’iper-tecnologizzazione del quotidiano è una forma di potere che si appresta a far a meno della Natura per dominare ogni ambito della produzione sia materiale che immateriale sfruttando dati e conoscenze con l’unico scopo di trarne profitti economici.
Nella nostra terra caso emblematico è quella che i salentini hanno chiamato “frode Xylella”, un complesso batterico che ha causato il disseccamento di migliaia di ulivi. Al problema il governo italiano ha risposto con un piano distruttivo, sostenuto dalla “scienza ufficiale”, che prevedeva l’abbattimento indiscriminato di piante per centinaia di chilometri. Una vera e propria truffa scientifica scoperta da chi, armato di cultura contadina ha denunciato l’indebolimento dei terreni e delle piante causate dall’uso indiscriminato di pesticidi e sostanze diserbanti, con il solo scopo di sostituire le vecchie culture con prodotti non autoctoni o addirittura OGM in quanto “resistenti al batterio” ( more info: http://ilpopolodegliulivi.altervista.org/xylella-colonialismo-e-bugie/ ).
Per discutere e confrontarci sul nuovo totalitarismo creato dalle tecnoscienze abbiamo deciso di invitare in Puglia Silvia, Billy e Costa, attivisti del collettivo “Resistenze al nanomondo”, duramente colpiti dalla repressione proprio per la loro attività politica contro le multinazionali delle bio e nano tecnologie.
La repressione non può nulla se la lotta di coloro che si oppongono al capitalismo è sostenuta da tutte e tutti, perché la solidarietà è una pratica che, oltre a non voler lasciare isolato chi è colpito dalla repressione, non vuole che questa rappresenti un freno o un indebolimento per la lotta. La solidarietà per Silvia, Billy e Costa vuole dare nuova linfa di rabbia ed opposizione contro le nanotecnologie e qualsiasi forma di manipolazione e controllo degli esseri viventi.

billycostasilvia

Se in un certo immaginario cyberpunk al pervasivo tecno controllo delle corporation e delle forze di polizia, i ribelli hacker direttamente interconnessi alle reti di dati, rispondevano potenziati da innesti tecnologici in grado di aumentare le prestazioni biologiche dei loro corpi, nella realtà che viviamo, ci opponiamo al pervasivo tecno controllo della società capitalista fatta di telecamere, tecnologie Rfid, trojan di stato, nano e bio tecnologie, scienze dei big data con le nostre nude mani.

Domenica 7 Febbraio * Resistere al nanomondo
Un incontro solidale per sostenere le lotte contro le nano/bio tecnologie

18.30 Proiezione del documentario “Un mondo senza umani?” di P.Borrell, (Francia. 2012)

20.00 Incontro dibattito con il collettivo “Resistenze al nanomondo” e con i compagni Silvia, Billy e Costa, attivisti contro le nanotecnologie, processati e detenuti in Svizzera per un tentato attacco ad un centro di ricerca sulle nanotecnologie di proprietà di IBM e Università di Zurigo, ora nuovamente sotto processo dal tribunale di Torino.
www.resistenzealnanomondo.org

21.00 Cena sociale benefit senza sfruttamento per sostenere le spese processuali di Silvia, Billy e Costa a cura di Cucina Sovversiva
www.magozine.it/cucina-sovversiva-manifesto-e-progetto
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UN MONDO SENZA UMANI?
80 minuti
Produzione francese del 2012 oggi tradotto in italiano.
Un ampio spaccato su dove sta portando la convergenza delle scienze in una società dalle macchine onnipresenti: interviste a filosofi, a critici e soprattutto ai maggiori fautori e sostenitori di queste tecno scienze. Non si parla di un ipotetico futuro da “migliorare” e manipolare ma di un presente dove questo è già una realtà.

Con la convergenza di nanotecnologie, biotecnologie, informatica, neuroscienze, avviene un salto epocale: ambiti prima separati ora si fondono e si intersecano. La convergenza capitanata dalle nanotecnologie modifica le relazioni, trasforma e plasma la percezione del mondo circostante, del nostro corpo. Interiorizziamo la logica che sottende queste tecnologie e l’idea di mondo che si sta costruendo. Il potere non è mai stato così pervasivo e totalizzante, entrando a un livello ancora più profondo. Un mondo atomizzato, dove il vivente è considerato mera materia da scomporre, modificare e plasmare per le molteplici necessità di questo sistema.
Queste tecnologie sono un pilastro della Green Economy, multinazionali tossiche che si tingono di verde smerciando in chiave sostenibile nocività ben più tossiche, irreversibili, ricombinabili e ancora più incontrollabili degli sviluppi precedenti. La loro nocività va oltre ai danni alla salute animale-umana e all’ambiente naturale, è una nocività sistemica con una portata travolgente.
Un’artificializzazione continua della vita, con continue manipolazioni per arrivare alla riprogettazione stessa del vivente con la biologia sintetica, che prende posto accanto a un’ingegnerizzazione sociale.
La rivoluzione nano apre il tempo dei nano-sensori e del “pianeta intelligente” di IBM: una rete informatica dove ogni cosa di questo mondo è un componente: umani, altri animali, ambienti naturali, oggetti, infrastrutture, tutti interconnessi tra loro comunicando in una grande rete globale.
…Il codice appare nel display, un bip e una luce rossa lampeggia, l’animale nell’allevamento è entrato nel sistema, l’etichetta a radiofrequenza inserita nel suo corpo comunica, ora l’animale esiste. Il soggetto oltre che essere ridotto a mero oggetto e pezzo di carne ora diventa macchina comunicante in un universo presto pieno di macchine comunicanti…
In questo documentario alcuni dei massimi fautori di queste tecno-scienze e del transumanesimo esprimono le loro intenzioni: basterebbe sentire le loro parole per renderci conto del mondo che si sta costruendo, ma soprattutto che non si tratta di un qualcosa in là da venire, né un futuro lontano o di scenari futuristici di qualche folle tecnocrate…
Per capire l’attuale società, i rapporti di dominio e per opporci a questo presente e al domani che può sembrare ineluttabile, si rende necessario comprendere la portata di queste tecnologie che non rappresentano un semplice sviluppo tecnologico o un qualche modello di produzione sbagliato, ma il nuovo tecno totalitarismo. Sviluppiamo una critica radicale, costruiamo momenti di opposizione e diamo concretezza ai contorni spesso sfumati che avvolgono queste tecno-scienze: le ricerche in questi campi non avvengono solo dentro laboratori segreti, basta andare nelle università, nei centri di ricerca pubblici o di qualche multinazionale come l’IBM.
Dalla pianta modificata geneticamente agli impianti neurologici, dal batterio ingegnerizzato per pulire i mari dal petrolio alle RFID diffuse, dalla distruzione della biodiversità alla distruzione di antichi saperi e all’atrofizzazione del pensiero e delle relazioni, c’è dietro un unico mondo e un filo che le lega e che possiamo spezzare.

una iniziativa promossa da Nonsolo Marange – Cassa di Resistenza e Supporto Legale
https://www.facebook.com/nonsolomarange

con il sostegno di GramignArci – Via Adige 34, Bari
https://www.facebook.com/GramignArci

Presentazione di Essere Skinhead + proiezione This is England

Sabato 19 Dicembre, presso il Cineteatro Mimì Milano
dalle ore 19:00, proiettiamo THIS IS ENGLAND, di Shane Meadows

dalle ore 20:00 presentiamo in compagni dell’autore
ESSERE SKINHEAD – Birra, Boots e Oi! [Hellnation Libri]

essere-skinhead

Birra, boots e Oi!
Testa rasata, jeans stretti, polo Fred Perry e, ai piedi, immancabili, un paio di solidi anfibi… è il look inconfondibile di uno skinhead cioè, al di là di qualunque pregiudizio e a dispetto della disinformazione, di un militante antifascista, fedele ai valori della strada, alla sua crew (Dusty Boots Brigade) e, prima di tutto, alle radici proletarie e antirazziste della musica Oi!
Ambientata nel cuore antagonista del meridione italiano, Essere skinhead è un’avventura fatta di musica, birra e noie molto serie con la polizia. Un libro scritto durante la detenzione domiciliare da uno dei protagonisti di una sottocultura che, in ogni caso, preferisce la concretezza delle azioni a una vita fatta solo di parole. Ma anche un manifesto generazionale. E un invito a non abbassare mai la testa, perché neppure la repressione può nulla contro l’arma della solidarietà e al cospetto di uno stile poco avvezzo ad accettare i compromessi.
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La vendità del librò ESSERE SKIINEHEAD, sostiene le attività di Nonsolo Marange – Cassa di Resistenza e Supporto Legale

La solidarietà è un’arma, la solidarietà è una prassi

Presentazione di Parole Inarrestabili, Da Genova alla Val Susa, lettere dal carcere dei militanti italiani

Venerdì 04 Dicembre, dalle ore 20:00
presso la Libreria Sociale Pavlos Fyssas
presentiamo
PAROLE INARRESTABILI
Da Genova alla Val Susa, lettere dal carcere dei militanti italiani
in compagni dell’autore Matthias Moretti

parole-inarrestabili

edizioni: Red Star Press
http://www.redstarpress.it/index.php/catalogo/product/view/3/38

una iniziativa a cura di:
Nonsolo Marange – Cassa di Resistenza e Supporto Legale
https://www.facebook.com/nonsolomarange

Repressione e carcere sono da sempre elementi intrinsechi a ogni percorso di lotta che si schiera nel campo avverso a quello del potere costituito. Se i codici di legge sono uno strumento di ratifica e rafforzamento dei rapporti di forza presenti nella società, è naturale che non vi sia processo di cambiamento radicale, o addirittura rivoluzionario, senza che coloro che vi partecipano infrangano quei codici e finiscano privati della propria libertà proprio in base alle leggi che regolano il mondo che si vuole cambiare. E così il carcere stesso è da sempre un terreno di lotta, sia sul piano della vita interna che su quello della dialettica con chi continua a lottare «fuori».
L’importanza e il valore delle lettere dal carcere affondano perciò le proprie radici nell’eterna vicenda della lotta per la liberazione, individuale e collettiva. Negli ultimi anni sono tornati a crescere i numeri di chi ha conosciuto il carcere a causa della propria militanza politica o per un semplice moto di ribellione: dal G8 di Genova, passando per la Val di Susa, le occupazioni delle case o le «adunate» del 15 ottobre 2011 e del 14 novembre 2012, questo libro raccoglie le testimonianze più significative nate nel corso di quelle lotte e scritte da compagne e compagni che hanno pagato con la privazione della libertà il prezzo delle proprie idee.

Difendersi dalla Repressione – Un incontro confronto con i compagn* della Rete Evasioni

Sabato 28 Novembre, dalle ore 15:30
Difendersi dalla Repressione
Un incontro confronto con i compagn* della Rete Evasioni
per discutere di repressione, pratiche di solidarietà attiva e sostegno per tutti coloro che sono vittima della repressione.

Un incontro a cui invitiamo tutti gli spazi sociali e le realtà territoriali a noi vicine anche in previsione della MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA – Benny vive nelle nostre lotte prevista per le ore 18:30

 

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Negli ultimi anni i Governi che si sono succeduti al livello nazionale hanno imposto ai nostri territori scelte scellerate basate esclusivamente su necessità e profitti delle imprese private a discapito del diritto delle popolazioni di vivere in un ambiente non inquinato e di poter decidere il proprio destino.

Una storia fatta di politici al soldo delle imprese, lobbies, commissari per la gestione delle emergenze, prefetti e leggi speciali e che ha trovato il suo compimento con lo Sblocca Italia, un testo di legge che attraverso parole quali “interesse strategico” e “pubblica utilità urgente e indifferibile” militarizza i territori ed espropria le popolazioni della possibilità di reagire rifiutandosi di ospitare nuove “grandi opere”. Se le centrali Enel a Brindisi, il polo siderurgico e petrolchimico a Taranto, le discariche, gli inceneritori, i cementifici hanno devastato i nostri territori e saccheggiato risorse naturali e spazi vitali per le popolazioni, la questione Xylella, la Tap e le trivellazioni hanno mostrato ancora una volta che il braccio militare dello stato pur di difendere gli interessi delle imprese reprime qualsiasi forma di dissenso e di opposizione.

Manifestare per la difesa del territorio, contro il precariato e la disoccupazione, contro le riforme e leggi quali la Buona Scuola e lo Sblocca Italia, a sostegno di spazi sociali e occupazioni abitative sono circondate perennemente da ingenti schieramenti di forze dell’ordine e spesso sono oggetto di cariche indiscriminate e di pestaggi brutali mentre centinaia e centinaia di compagni e militanti sono sottoposti ad arresti e misure cautelari oltre che fatti oggetto di accuse pesantissime quali “devastazione e saccheggio”, “resistenza aggravata e continuata” sino ai reati associativi per terrorismo quali il 270bis e 280. Questi reati spesso risalgono al codice Rocco di origine fascista e dovrebbero essere abrogati in sé in quanto vengono utilizzati per condanne “discrezionali” ovvero resi efficaci esclusivamente quando si tratta di processi di tipo politico.
Fare militanza oggi significa anche essere in grado di far fronte a questi dispositivi repressivi e alle loro conseguenze comprendendo che non si tratta di problemi riguardanti solo alcune specifiche pratiche di lotta, ma che ognuno di essi è parte di un sistema repressivo che va affrontato nella sua interezza e complessità.

Non si tratta solo di condividere informazioni utili, né solo di raccogliere il denaro necessario ad affrontare le innumerevoli azioni penali di cui veniamo fatti oggetto (sebbene questo sia una parte importante e utile del lavoro che ci aspetta), ma di coordinare quello che vorremmo diventasse un’azione collettiva anti-repressiva, che ci renda più forti ed efficaci in questo campo, soprattutto nelle situazioni d’emergenza.

Quello che ci prefiggiamo è la realizzazione e il sostegno di casse di resistenza e l’attivazione e la promozione della solidarietà attiva nei confronti dei compagni e di tutti coloro che sono vittime della repressione.

Con queste motivazioni, convochiamo per Sabato 28 Novembre, alle ore 15:30 un incontro a cui invitiamo tutti gli spazi sociali e le realtà territoriali a noi vicine con l’idea che questa possa essere una assemblea zero verso la convocazione di una assemblea di tutte le realtà meridionali.

NONSOLO MARANGE – Cassa di resistenza e supporto legale
Ex-Caserma Liberata, Bari

 

Incontro dibattito con Jack Hirshman e Agneta Falk: Poeti senza frontiere, l’importanza della parola nella lotta

Lunedì 19 Ottobre, dalle ore 16:30 incontro dibattito con Jack Hirshman e Agneta Falk: Poeti senza frontiere, l’importanza della parola nella lotta. In collaborazione con NONSOLO MARANGE – Cassa di Resistenza e Supporto Legale

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La poesia è sempre stata, e continua ad essere, non solo il modo in cui il poeta ascolta il suo essere più profondo, ma una via, lo spirito dei tempi, nella sua incarnazione più lungimirante, cui è espressa e sentita. Ed i tempi cui ci troviamo, di crisi e di pianto per la trasformazione, hanno bisogno soprattutto di novità, come il poeta William Carlos Williams ha detto “senza che moriamo”. Diciamo ciò che vediamo, vale a dire che è il sistema che non può riposare finché non è estratta ogni goccia da una terra disperata: capitalismo. Noi diciamo ciò che vediamo, vale a dire che è l’oppressione della nostra classe, guidati per le strade e nei vicoli delle nostre città, spinti ai campi fangosi, tutto perché non c’è profitto nel mantenere la vita e la salute. Noi siamo i precursori della rivoluzione e la consapevolezza che vi sta alla base e la guida.
Nella nostra lotta comune verso la libertà, ogni individuo raggiunge istintivamente il miglior strumento a portata di mano. Come artisti, abbiamo lo strumento più potente di tutti, la capacità di ispirare, trasformare e liberare, giusto in tempo come accade, mentre i vecchi malati metodi arrugginiscono, soffocano, sputacchiano, e sbiadiscono. Poeti, voi sul bordo dell’affilato rasoio del pensiero sociale, e tutti voi colleghi artisti dal visionario coraggio, siate consci di questa storica opportunità, conducete con forte voce rivoluzionaria tutta l’umanità a vivere autenticamente e a prosperare in comune spirito!
I poeti del festival usano la poesia come strumento di comunicazione e sostegno per la rivoluzione a favore dei diritti umani di uguaglianza e libertà. Per liberare la poesia dall’introspezione di maniera e renderla un nuovo media.
“La penna è pesante, quando la mano non scivola sui fogli ma ara i campi della rivoluzione!”

Presentazione di Cos’è il Carcere in compagnia dell’autore Salvatore Ricciardi

Giovedì 17 Settembre, dalle ore 20:00
presso la Libreria Sociale Pavlos Fyssas

presentiamo in compagni dell’autore, Salvatore Ricciardi
Cos’è il carcere – vedemecum di resistenza – Ed. Derive Approdi

una iniziativa promossa da
NONSOLO MARANGE – Cassa di Resistenza e Supporto Legale

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Per la stragrande maggioranza delle persone il carcere è un universo sconosciuto. La paura che esso evoca genera un meccanismo di rimozione. E così il carcere si sottrae allo sguardo pubblico e alla critica della sua funzione, supposta, di risocializzazione. Da qui la necessità di provare a spiegare «cos’è il carcere», e di discutere la «possibile utopia» della sua abolizione. Questo tentativo riesce bene a Salvatore Ricciardi, che il carcere ha conosciuto a fondo per averci trascorso un lungo tratto della sua esistenza.

Con una narrazione essenziale, Ricciardi racconta in cosa consiste «la casa del nulla», una delle tante definizioni coniate dai prigionieri per nominare l’inferno che sono costretti ad abitare. Una realtà regolata da una violenza quotidiana dispotica e crudele, dai parametri di una pena affatto «rieducativa». Come in un lucido sogno, Ricciardi si addentra nella vita passata, si ricala nei gironi dell’inferno, ne ripercorre i meandri raccontando i corpi e le menti sofferenti che lo abitano, le loro condizioni materiali di vita, le loro tecniche di resistenza all’annientamento psicofisico che fa registrare centinaia di suicidi e migliaia di atti di autolesionismo all’anno.

Ma quel che in questo viaggio viene man mano collezionato è la ricchezza, la complessità e l’erudizione del lessico dei prigionieri: lo straordinario vocabolario di una lingua elaborata in secoli di lotta e resistenza trasmessa da recluso a recluso. Per resistervi.