Il 7 aprile del 2011, Carlo Saturno, 24enne di Manduria muore nel carcere di Bari dopo aver subito un pestaggio da parte degli agenti di polizia penitenziaria. A distanza di 5 anni dalla sua morte violenta e nonostante le pressanti richieste del GIP di “individuare gli agenti di polizia penitenziaria responsabili del pestaggio, i medici che ebbero in cura il ragazzo, gli psicologi e tutti coloro che permisero che restasse solo nella cella in cui fu trovato cadavere”, ieri, per la terza volta la procura di Bari ha chiesto l’archiviazione del caso con l’evidente volontà di insabbiare il caso e non perseguire i colpevoli per la morte di Carlo.
Carlo era un ragazzo che si è ritrovato più volte ad affrontare l’esperienza carceraria come spesso accade a chi cresce e vive in un contesto sociale difficile. Carlo non tollerava i soprusi e le violenze che i detenuti quotidianamente subiscono nelle carceri italiane e aveva denunciato un gruppo di agenti di polizia penitenziaria per degli episodi di violenza avvenuti anni prima nel carcere minorile di Lecce. Se fosse sopravvissuto, sarebbe stato uno dei testimoni chiave nel processo contro i 9 agenti di polizia penitenziaria imputati proprio per i maltrattamenti e le violenze incredibili che i detenuti subivano nel carcere di Lecce tra il 2003 e il 2005.
Carlo è vittima dello stato.
Carlo è stato ucciso in un carcere italiano.
Carlo è stato ucciso dalla polizia penitenziaria, dai medici silenti e indifferenti, dagli psicologi assenti e reticenti.
NO ALL’ARCHIVIAZIONE
Verità e Giustizia per Carlo Saturno