Ancora un avviso orale per un nostro compagno di lotta emesso dal questore di Bari con il solo fine di ridurlo al silenzio. Denunce risibili di “violazione penale delle leggi in materia di riunioni in luogo pubblico” e per “invasione di terreni” sono bastate al questore per ritenere il nostro compagno “pericoloso per l’ordine pubblico” e per minacciare ulteriori misure di prevenzione ai sensi del art. 6 D.Lvo 159/2011.
Misure come la sorveglianza speciale, applicabile a questo genere di casi, hanno un sapore chiaramente fascista, poiché il D.Lvo 159/2011 fa parte delle norme antimafia e che invece da anni le questure e le procure applicano anche a chi partecipa alle lotte sociali.
L’utilizzo di misure repressive e cautelari sproporzionate, ridicole è diventato ormai comune e parte di una precisa strategia, che “incrimina” basandosi su reati che reati non sono: perché essere sanzionati per essersi riuniti in luogo pubblico è solo una minaccia poliziesca e uno sfregio, che ha il solo scopo di rendere difficile la vita quotidiana e l’attività politica di chi non intende tirarsi indietro.
Quello che non ha compreso il questore di Bari è che le decine di denunce e misure cautelari che i compagni stanno subendo a fronte delle lotte in difesa degli spazi sociali, contro la devastazione ambientale di imprese e multinazionali, contro la precarizzazione della vita e delle relazioni sociali, contro le galere e i CIE, contro i razzisti e i fascisti che infestano i nostri quartieri, non fermeranno nè la nostra voce, nè le nostre lotte.
Nessuno rimarrà indietro
La solidarietà è un’arma, la solidarietà è una prassi